
LE ROCKSTAR NON SONO MORTE
di Valerio Piperata (1989)
Non capivo se Nick m'interrompeva perché sapeva cosa stavo per dirgli o se pensava veramente che l'avevamo chiamato solo per ringraziarlo. No, non poteva essere così deficiente.
– Nick, noi abbiamo trovato un altro manager.
– Ci sarebbe questa data a Capracotta, sì, ma non mi danno garanzie, sapete, questi promoter inesperti.
– Nick. Ti molliamo – dissi.
Tommy si mise le mani sugli occhi e se li stropicciò. Nick tolse gli occhi dalla sua tazzina di caffè, poi mi guardò fisso. Si tolse lo zuccotto e la sciarpa.
– Capisco – disse.
Fece una lunga pausa, mandò giù il caffè e si lisciò il mento con la mano.
– Non c'è problema. Fiero di aver lavorato con voi.
Guardai Tommy. Aveva la bocca spalancata.
– Ci dispiace – disse.
–No, no, ragazzi miei, non vi preoccupate. È giusto che prendiate strade diverse.
Nick aveva la voce un po' robotica, e non mi sembrava del tutto padrone della mano destra, che gli tremava leggermente. Ci alzammo, andammo a pagare, e lo salutammo a distanza, scuotendo le mani all'aria.
– Hai visto che dignità? – disse Tommy.
– Fosse successo a me avrei rovesciato il tavolo.
– È un professionista.
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V. Piperata, Le rockstar non sono morte, e/o, Roma 2014, p. 103.