VIRGILIO JUAN
CASTIGLIONE
GARE DI SCI A CAPRACOTTA
Istituto Nazionae Luce (1929)
"Gare di sci a Capracotta"
GARE DI SCI A CAPRACOTTA
Istituto Nazionae Luce (1929)
"Gare di sci a Capracotta"
IL RATTO DI BECKENBAUER
Flop TV (2009)
"La villa di lato"
di Maccio Capatonda (1978)
IL RATTO DI BECKENBAUER
Flop TV (2009)
"La villa di lato"
di Maccio Capatonda (1978)
IL RATTO DI BECKENBAUER
Flop TV (2009)
"La villa di lato"
di Maccio Capatonda (1978)
IL RATTO DI BECKENBAUER
Flop TV (2009)
"La villa di lato"
di Maccio Capatonda (1978)
VIRGILIO JUAN
CASTIGLIONE
Le arie popolari musicate da artisti capracottesi
NUNZIO
BACCARI
(1666-1738)
ALFONSO
FALCONI
ALFONSO
FALCONI
ALFONSO
FALCONI
NUNZIO
BACCARI
(1666-1738)
ANGEL ISLAND
di Roberto Melchiorre (1946)
Della nostra reazione piuttosto stizzita si era accorto l'autista di un pullman privato, destinato a un giro turistico di una comitiva di persone anziane, che aveva assistito alla discussione.
Con qualche esitazione ma con grande affabilità e cortesia quell'uomo si avvicinò a noi e chiese, in un italiano stentato e imperfetto, se eravamo italiani.
Alla nostra risposta affermativa ci confidò di avere anche lui origini italiane, perché suo nonno materno era immigrato prima della grande crisi del 1929 dal Molise, esattamente dal paese di Capracotta a San Francisco, negli Stati Uniti d'America.
Aggiunse che questo suo avo aveva tentato di insegnare, a lui ancora bambino, a parlare italiano, ma inutilmente.
Dopo lunga fatica, definitivamente scoraggiato, aveva preso gusto a ripetere, in ogni occasione: "Tu testa dura, troppo dura per imparare italiano!".
Dopo aver simpatizzato con queste poche battute e aver appreso che io ero nato in Abruzzo, che all'epoca di suo nonno formava un'unica regione con il Molise, il nostro compaesano ci chiese se volevamo approfittare gratuitamente di due posti liberi sul suo pullman privato, che, ancora vuoto, sostava in attesa dell'arrivo della comitiva che lo aveva noleggiato.
Naturalmente noi accettammo la generosa offerta con grande sollievo e quel signore ci fece sistemare in prima fila, sui due sedili dai quali si sarebbe potuta godere la vista migliore.
Trascorsi pochi minuti, vedemmo scendere, da un traghetto appena approdato, una quarantina di persone, tutte donne, di un'età non certo giovane, tra i settanta e gli ottanta anni, dall'abbigliamento immancabilmente americano.
Dopo che costoro, tra un vocio e un brusio, ebbero occupato i loro posti sul mezzo di trasporto, l'autista porse a tutti un saluto di benvenuto e avviò il pullman, che, lentamente, si addentrò nel verde dell'isola, per uno stretto sentiero, che dall'alto della costa affacciava sul mare.
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R. Melchiorre, Tre lettere per Irene e altri racconti, Armando, Roma 2014, pp. 50-51.