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GLI ANTICHI ITALICI

di Giacomo Devoto (1897-1974)

La Maiella che separa il corso del Pescara dal bacino del Sangro, divide gli Italici dell'Aterno da quelli che s'erano avviati per il Salto. E proprio a ridosso della Maiella, nella valle dell'Aventino, affluente del Sangro, si trovano a Lama dei Peligni, dove è stata scoperta la più antica tomba a circolo, documenti italici di notevole antichità, con fibule di tipo affine a quelle di Terni, cinturoni, una lancia e un pugnale, che si connettono nettamente con Alfedena, e comprendono un periodo che va dal VII al IV secolo.

Sepolcri del V secolo sono stati trovati a Borrello nella valle del Sangro; indizi incerti come statuette di bronzo, non ancora studiate, provengono da Vasto e da Gissi, ma la difficoltà di distinguere l'elemento preromano da quello romano impedisce il riconoscimento archeologico degli Italici sulla costa adriatica da Lanciano a Termoli. Oltre alla valle del Sangro, anche quelle del Trigno e del Biferno sono state senza dubbio le vie attraverso le quali essi si sono avvicinati al mare.

Alla testata di queste due valli passa la linea mediana corrispondente press'a poco all'asse della penisola, dalla valle del Sangro al piccolo altipiano del Matese. A Capracotta, sullo spartiacque fra Sangro e Verrino-Trigno, furono scoperte alcune tombe del V secolo. A Pietrabbondante, su un'altura fra il Verrino e il Trigno, è stata scoperta parte dell'antica città, mentre la necropoli è ancora ignorata. Infine, sulla stessa linea, presso la sorgente del Biferno, si trova l'odierna Boiano, anticamente Bovianum, la cui importanza è però fino ad ora quasi nulla.

  • G. Devoto, Gli antichi Italici, Vallecchi, Firenze 1931, p. 100.

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