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ATTENTATO AL PICCOLO PRINCIPE

di Adelmo Monachese (1983)

– Eh? Cosa? Vuoi andare a Capracotta? No mi dispiace, il taxi non va.

– Forza amico, una pecora…

Sono balzato in piedi come balza in piedi uno che si sta riprendendo da un mix letale di cannabis e maritozzi. Non mi sarei qualificato nemmeno ai preliminari della coppa Oblomov di sollevamento palpebre. Mi sono sfregato gli occhi rossi e ho guardato bene. Non ci potevo credere, chinato sul mio finestrino c'era il mio attore preferito, Matthew McConaughey, ridotto come uno straccio, con capelli lunghi, i baffi come li portava in quella serie troppo figa, "True Detective", e la barba appena diserbata che mi fissava con aria urgente mentre fumava. Era lì, presente, avanti a me, i suoi occhi avevano agganciato i miei, ma avvertivo chiaramente che il suo essere lì era spinto da energie universali e flussi senza tempo che avevano trovato in lui un umano punto di raccolta. Ma di certo il mio ritratto è molto meno bello di quello di Nick Pizzolatto. Non è colpa mia. Quando avevo sei anni gli adulti mi avevano dissuaso dall'intraprendere la carriera di artista, perciò non so illustrare altro che cazzi boa eretti o a riposo. Non sono mica uno scrittore, io!

  • A. Monachese, Attenato al Piccolo Principe. Un'indagine per True Detective, Les Flâneurs, Bari 2017.

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