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DA PAL PICCOLO A MONTE CENGIO

di Giovanni Guzzardi

All'alba del 26 le nostre batterie di tutti i calibri, dai monti retrostanti, aprivano un fuoco violentissimo d'interdizione sul rovescio di Pal Piccolo, impedendo ai rincalzi degli Austriaci (che erano già su Pal Piccolo quasi in mille) di accorrere.

Nella notte erano giunti a Colletta Pal Piccolo, da Costanzo, due aspiranti ufficiali, due ragazzetti del 95: Natale Procopio di Floresta in Sicilia, ed Eliseo Percario di Pescopennataro.

La mattina del 26, da tutti i luoghi partivano rinforzi verso Pal Piccolo: da Pal Grande la 7ª Compagnia del nostro reggimento, al comando del valoroso capitano Pasquinelli; giù, da Timau, i bersaglieri e gli alpini, che dovevano darci il cambio. Poggi ed Arcodacci si trasferivano a Pal Piccolo, Arvonio saliva sino a Casera Pal Piccolo, con proposito fermo di riprendere ad ogni costo la cima di Pal Piccolo, che, se perduta per sempre, avrebbe reso il nemico padrone di tutto il sistema, poiché avremmo dovuto inesorabilmente ritirarci; tanto più che gli Austriaci avevano già appostato delle mitragliatrici, colle quali molestavano, pigliandoci di fianco, anche noi.

E la marcia eroica s'inizò sotto il violento fuoco delle artiglierie nemiche e colle pale in mano, poiché la neve impediva il passo a così grande quantità di uomini.

  • G. Guzzardi, Da Pal Piccolo a Monte Cengio. Memorie d'un figlio dell'Etna (aprile 1915-agosto 1916), Giannotta, Catania 1918, p. 91.

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