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UNA GITA A CAPRACOTTA

di Berengario Amorosa (1865-1937)

Sulla linea ferroviaria Carpinone-Castel di Sangro si scese alla stazione di Carovilli, distante meno d'un chilometro dall'abitato, il quale si svolge in pendio sul declivio settentrionale del Monte Ferrante.

Una comoda e grande vettura automobilistica era pronta, e si partì alla volta di Capracotta.

Attraversando l'altipiano di Carovilli, verso nord-ovest la strada s'interna in estesi boschi di faggi e di cerri, spezzati a tratti da pingui pascoli, e raggiunge la casa cantoniera di Staffoli. L'edificio sorse pel ricovero dei cantonieri stradali e dei viandanti sorpresi dalla bufera quando, prima dell'apertura della ferrovia elettrica Pescolanciano-Agnone, le comunicazioni avvenivano per la via di Carovilli.

A Staffoli si ammira una estesa prateria contornata di boschi, col cascinale dei signori Marracino, ove si alleva un numeroso bestiame bovino, che alimenta una fiorente industria di burro, di scamorze e di caciocavalli rinomati.

A questo punto la strada si biforca, e l'automobile, infilando il braccio che va a Capracotta, incomincia la salita a traverso monti boscosi, fino a raggiungere l'altipiano delle Civitelle a 1.200 metri d'altezza, che ha pascoli eccellenti e terreni coltivati a grano, a farro, a orzo.

L'orizzonte, a misura che si conquista la cresta dell'altipiano, si fa sempre più bello e più vasto; perché lo sguardo vi domina centinaia di vallate, e gli opposti monti, fino alle alture della Capitanata.

  • B. Amorosa, Il Molise. Libro sussidiario per la cultura regionale, Mondadori, Milano 1924, pp. 68-74.

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