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GIUSEPPE SABELLI FIORETTI

(Vetralla, 15 aprile 1907 - Roma, 19 giugno 1988)

Giornalista​

 

Camerieri nuovi all'albergo di Capracotta. Scomparso Rococò, che si può dire veramente sia passato a miglior vita, avendo sposato una donna molto ricca e vivendo ora di rendita, gli sono subentrati un individuo con baffi ed un altro che è nel contempo portalettere e parrucchiere. Un tipo proteiforme, insomma. Costui ha prestato servizio militare nel Veneto ed ora tradisce il fatto con il gergo che parla: un miscuglio di veneto e d'abruzzese, accompagnato in fondo d'ogni frase da un formidabile «ostia!», in seguito al quale gli abbiamo affibbiato questo vocabolo in qualità di soprannome. Ma il cambio della guardia non è stato sufficiente per indurre i sucaini a portare all'albergo il dovuto rispetto. Ogni pranzo ed ogni cena hanno avuto le impronte del loro carattere troppo esuberante e dinamico, impronte tuttora visibili sulle pareti della sala da pranzo. Ci fu persino un giorno in cui i tavolini divennero barricate e le frutta bombe a mano. Per poco non ci fu una vittima: un goliardo che aveva chiesto una mela, la ricevette, sì, ma sulla testa e con tanta delicatezza da rimanere svanito per alcuni minuti. Il ritorno nell'Urbe è stato ancor più movimentato. Incominciò il torpedone Capracotta-Stazione di San Pietro Avellana con avere delle convulsioni. Alla stazione di Sulmona ci fu un intermezzo di buon pugilato ed infine, nei pressi di Tivoli, poco mancò che avvenisse una tragedia. Uno sciatore non sucaino, vittima di una aggressione sucaina, ebbe - per salvarsi - un vero lampo di genio: si aggrappò al segnale d'allarme. Successe il finimondo. Tutto, per fortuna, si concluse bene: quello sciatore sarà d'ora innanzi trascurato dai sucaini, ma dovrà versare all'Erario la somma di lire cinquecento, a titolo di contravvenzione. Il che piò darsi lo faccia guarire dalla sua passione per lo sci. Caso più unico che raro.

  • G. Sabelli Fioretti, Farinosa, centimetri sessanta, Olimpia, Firenze 1942, p. 14.

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