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I MINISTERIALI

di Nunzio Arena

 

Il lunedì seguente si presentò in tutto il suo splendore estivo. L'afa capitolina si era oramai impadronita della città, tenendola in ostaggio sotto i morsi della canicola, rendendo gli spostamenti a piedi, sia pur per brevi tratti, sfibranti al punto tale, da indurre molti romani a non desistere dall'usare l'autovettura, godendo a pieno il rinfrancante refrigerio dell'aria condizionata.

Ciononostante, sfidando le proibitive temperature da Serengeti, stoicamente, io continuavo a fornire il mio modestissimo contributo alla salvazione del pianeta, evitando scrupolosamente l'uso della macchina. Così, anche quella mattina, come ogni mattina, a passo sostenuto e costeggiando il Tevere, mi avviai alla volta del palazzo della Farnesina.

Giunto nel grande piazzale antistante il Ministero, non potetti non notare che le autovetture nei parcheggi erano abbastanza diradate, segno inequivocabile che già da tempo molti colleghi si erano dati alla macchia, dando il via alla girandola delle tante sospirate vacanze estive.

Sarebbero tornati a settembre, i ministeriali, arrostiti dal sole cubano, o magari portando in valigia tzatziki da Santorini, raccontando al bar del quinto piano d'aver incontrato quel noto personaggio di quel famoso programma televisivo.

Già me li vedevo i colleghi e le colleghe, con i cellulari pieni zeppi di foto con alle spalle i draghi di Komodo, o magari parlando "romanesco" con gli ultimi sopravvissuti dei Ba'Aka nella foresta dell'Africa Centrale. Noi sette invece no, noi al massimo avremmo potuto mostrare il nostro sabato trascorso a Capracotta o magari i più intrepidi si sarebbero spinti sino a Petralia Sottana. Le nostre ferie, per eccezionali e comprovati motivi di servizio, erano state postdatate e la data era ancora da destinarsi. Buttala via Capracotta pensai, intanto che timbravo il cartellino in entrata.

  • N. Arena, I ministeriali, Youcanprint, Lecce 2021.

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