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IL MARCHESE DI POPOGNA

di Manuel Sarno (1956)

Una delle tante cose che all'Università non ti insegnano è come relazionarsi con i propri assistiti: soprattutto se l'indole orienta la scelta di fare il penalista si impara sul campo, e si impara tenendo le orecchie ben aperte e la bocca ben chiusa prima di azzardarsi su un terreno dialettico che può essere estremamente sdrucciolevole.

– Io, però, credo che questa non sia la prima scelta come linea di difesa da percorrere.

Gia, perché? Come se quella potesse essere la presentazione di un onesto rappresentante di commercio o un impiegato delle Poste...

Elusi la domanda.

– Mah, guardi, alla fine, forse è meglio aspettare di avere a disposizione tutto il fascicolo e vedere su cosa si basa l'accusa. Se la convocano per l'interrogatorio ci andiamo, lei si limita a dire che nega l'addebito ma che al momento si avvale della facoltà di non rispondere.

– Così mi piace! Anche a San Vittore lo dicono tutti che "l'avvocato nego" è il migliore.

Storie di altri tempi, di altri uomini: non c'erano Google e l'intelligenza artificiale, non c'erano i telegiornali a rullo che ti informano in tempo reale su cosa è successo nella sezione distaccata del Tribunale di Capracotta e c'erano invece clienti che, come Luigi, chiedevano e sapevano ascoltare e seguire i consigli dati dal difensore. A modo tuo come suggerirli e a modo loro come e perché darti retta.

  • M. Sarno, Il marchese di Popogna e altre storie, Le Lucerne, Milano 2024.

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