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LA NUMERO UNO

di Emilio Martini (1953 e 1961)

– Lei mi sta prendendo per fesso, e ha già dato prova di essere un maestro nel dire balle!
– Dottor Terani, mi conosce da tanti anni… si fidi di me! Troveremo chi ha ucciso la Maris, ci metto la faccia, ma non è stato il Falchi.
– Senta, in quanto a faccia la sua è bella tosta e mi pressa come nessun altro ha mai fatto! Comunque, questa telefonata non è mai avvenuta e io non la voglio su quel caso.
– Dottore, la prego... – lo scongiurò con lo stesso tono di John Belushi nei Blues Brothers quando toglie gli occhiali neri, sbatte le ciglia, suadente e seducente, per cercare di convincere la sua ex a non sparargli col bazooka. Sapeva che il questore aveva un debole (professionale!) per lui… e doveva giocarsi questa briscola: – in pochi giorni le porterò l'assassino su un piatto d'argento... – azzardò.
Una pausa di qualche secondo, poi…
– Oh cazzo, Berté, va bene! – cedette il questore. – Ma non mi dia troppo nell'occhio. Se la veda con Romeo e coadiuvatevi con il PM Colasanti. Cerchi di essere discreto una volta tanto... e si ricordi che se vedo sui giornali anche solo una frase che la riguarda la spedisco a Capracotta!
– Non può farmi questo, dottore! Sono freddoloso, ci morirei in mezzo a tutta quella neve! – rise Berté con lui, prima di interrompere la telefonata.

  • E. Martini, La Numero Uno. Le indagini del commissario Berté, Corbaccio, Milano 2025, pp. 55-56.

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