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LA TAVOLA OSCA DI CAPRACOTTA

di Paola Di Giannantonio

 

Come si può dedurre, nella Tavola non ci sono i nomi divinità trascendenti perché il concetto era completamente assente dalla mentalità degli agricoltori-allevatori sanniti. Al contrario, nello stesso periodo della Tavola, nelle città greche si era già consolidato il pensiero di una sacralità trascendente, di dei residenti al di fuori della terra, un'idea presente fin dal tempo dei poemi omerici. Nel corso del 1° millennio a.C., in Grecia, una importante trasformazione socio-economica aveva portato alla nascita delle poleis, le città greche in cui nel 500 a.C. i filosofi Platone e Aristotele avevano già usato una forma di scrittura evoluta per esporre le loro sofisticate teorie filosofiche. Sicuramente alla nascita delle città aveva contribuito la trasformazione dell'economia in attività commerciali e artigianali per cui l'agricoltura e tutto l'immaginario ad essa collegato passarono in secondo ordine e rimasero relegati alla subcultura della classe contadina, considerata la classe subalterna che abitava le campagne. Il cambiamento di prospettiva culturale delle poleis greche sulla sacralità fu notevole in quanto si affermò definitivamente il concetto di una religione al di fuori dell'immanente, non tangibile e non più verificabile nella concretezza della coltivazione della terra. Era un immaginario religioso che aveva il suo cardine nel politeismo olimpico e nel demiurgo platonico, il mediatore tra l'immanente e il trascendente. Le convinzioni religiose greche furono pressoché interamente acquisite dai Romani quando conquistarono la Grecia e vennero a contatto con la cultura ellenistica. Al contrario il pantheon della Tavola Osca è tutto terrestre, assolutamente lontano da quello classico greco-olimpico-romano. Nell'immaginario concreto degli agricoltori, di cui la Tavola di Capracotta è espressione, sono invece le potenti forze naturali che agiscono sottoterra e sopra la terra ad essere ritenute degne di cerimonie sacre perché sono loro che determinano lo sviluppo dei semi, la crescita, la fioritura delle piante e la maturazione dei frutti che, grazie al realizzarsi di questo ciclo vegetativo, assicurano, come già detto, la sopravvivenza agli esseri umani e agli animali.

  • P. Di Giannantonio, La Tavola Osca di Capracotta, Lampo, Ripalimosani 2021, p. 6.

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