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MARIO DE RENZIS

(Capracotta, 15 agosto 1940 - Roma, 28 marzo 2023)

Fotoreporter

Ma tra le persone che stimo c'è anche Gianni Letta. Persona con un fiuto tremendo e capace di decidere in tempi brevissimi, è uno di quei personaggi usciti fuori dal libro Cuore. Pur avendo avuto una carriera luminosissima, è sempre stato capace di mantenere un rapporto familiare con i suoi amici e con le persone che hanno lavorato con lui. È una persona sulla quale chiunque apparteneva alla diaspora de "Il Tempo" ancora oggi sa di poter contare. Perché è sempre pronto ad aiutare e a spendersi.

"Il Tempo" era il suo Tempo. Si diceva il nostro giornale, lo sentivamo un'appartenenza, una qualificazione. E questo perché il direttore Letta fu capace di farci sentire parte di questa grande famiglia. Non avevamo bisogno di sentirci della Roma o della Lazio, ci bastava sentirci de "Il Tempo". Aveva un fiuto tremendo e decideva in tempi brevissimi.

In quegli anni ho vissuto e raccontato tanti episodi pesanti e mesti, ma il peggiore credo sia stato quello che poi ha in parte cambiato il corso della storia italiana. Ero un ragazzo, una mattina mi trovavo all'Università e con un gruppo di poliziotti decidemmo di andare al bar. All'improvviso ci ritrovammo avvolti in una nuvola di fumo nero. Fumo di bombe carta. Si sentiva sparare, non si capiva esattamente cosa fosse e non si vedeva oltre un palmo di naso. Poi la giornalista inglese accanto a me cadde. Cercai di darle una mano e mentre mi chinavo su di lei, i due poliziotti al mio fianco si accasciarono a terra. Uno gravemente ferito, l'altro, Passamonti, morto.

  • M. Di Nardo, Doppiavela 21, 113 pronto! Un viaggio tra storia e immagini, Franco Angeli, Milano 2012, p. 215.

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