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MOLISE MOLISE

di Giose Rimanelli (1925-2018)

Pensava ancora all'Abruzzo mio padre?

In uno dei miei ritorni dall'America decisi di fare la mia scoperta dell'Abruzzo.

La frase «Non sarò mai adulto se non muore mio padre» mi tornò in mente. E così quel suo cavallo, e tutti i cavalli della mia infanzia.

Qui negli Stati Uniti dove vvivo, e da cui scrivo queste memorie, ho abitato in farms anche, e ho cavalcato cavalli e motociclette. Uno dei miei figli romani, Michele, mi vede sempre a cavallo - un po' come io vedevo mio padre quand'ero ragazzo. Così comprai anch'io un cavallo per rifare i percorsi di mio padre, quando mio padre, da giovanotto, se ne andava alla scoperta dell'Italia senz'acqua.

Andai da Termoli a Teramo, dove per la prima volta vidi il Paliotto del Duomo, e un prete bitorzoluto e isterico, forse spaventato, mi lasciò entrare nella chiesa dopo aver rilasciato un'offerta altissima. Ammirammo la grand'opera di Mastro Nicola di Guardiagrele. Ma il cavallo era sfinito e io più di lui. Quindi - insensatezza per insensatezza - decisi di regalare al Duomo il cavallo. L'offerta venne accolta come un insulto, quindi rifiutata. Tra la gente venuta a vedere quel cow-boy con occhiali ch'ero io, c'era un vecchietto che rideva più degli altri. Si presentò e disse:

– I preti non hanno una stalla, né una mangiatoia, ma io sì.

Si chiamava Mastro Titta. E quella sera, a casa sua, scopersi che aveva una macchina americana nella stalla dove suo padre, anni prima, rimetteva cavalli. Il mio cavallo, denominato Capracotta, vive ancor oggi senza far niente nel garage di Mastro Titta.

  • G. Rimanelli, Molise Molise, Marinelli, Isernia 1979, p. 118.

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