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PAZZA ITALIA

di Andrea Valente (1968)

Un famoso cuoco, noto nel mondo per il suo gustosissimo brodo di non so cosa, ottimo e appetitoso davvero, ma che nessuno ha mai scoperto come fosse cucinato, fu invitato a inventare una nuova ricetta a base di capretto.

– Ci penserò su –, rispose il cuoco, che però non sembrava avere alcuna intenzione di mettersi lì e cucinare alcun capretto.

Del resto i capretti sono bestiole così simpatiche e carine che trangugiarsele in un boccone sarebbe un gran peccato. Comunque ci pensò su e... E succede sempre così: quando uno comincia a pensare non si sa mai quando finirà. Tant'è che il tempo passò e del cuoco non si ebbe notizia. Né, tanto meno, della ricetta. Ma il cuoco era persona di parola: dopo sette mesi e una settimana, a mezzogiorno in punto, ricomparve tutto vestito di bianco e con un mestolo nella tasca posteriore dei calzoni.

– Ho la ricetta, – affermò, – la ricetta di Capracotta.

– La ricetta della capra cotta, vorrai dire –, lo corresse il presidente della giuria.

– No, no, – riaffermò il cuoco, – la ricetta che mi avete chiesto di inventare si chiama proprio ricetta di Capracotta, con la ci maiuscola. E se la volete assaggiare, – continuò, – pongo due condizioni necessarie. O così, – concluse, – o pane e marmellata.

Certo, anche il pane e marmellata faceva abbastanza gola, ma ormai avevano aspettato talmente tanto che non avrebbero rinunciato al capretto per nulla al mondo. E poi due semplici condizioni non avrebbero tolto loro l'appetito.

– Sentiamo, dunque –, dissero tutti in coro e con l'acquolina in bocca.

– Innanzitutto, – sentenziò il cuoco, – la mia ricetta del capretto potrà essere cucinata solo ed esclusivamente nelle trattorie e nei ristoranti di Capracotta, dove l'aria è frizzante e si cucina meglio.

– Va bene –, acconsentì il comitato di giuria, che pur di riempirsi lo stomaco sarebbe andato a piedi anche più in là.

– Inoltre, – risentenziò il cuoco, – potrà essere servita soltanto il giorno di riposo.

  • A. Valente, Pazza Italia, Gallucci, Roma 2006, pp. 48-51.

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