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RICORDI CAPRACOTTESI

di Luigi Sales (1943)

Capracotta 1961: avevo 18 anni, per la prima (e unica) volta interrompevo il mio lavoro estivo che facevo per mantenermi agli studi, e tra i ragazzi presenti (tranne il capo responsabile), ero il più grande. Come sempre in tutta la mia vita, mi sentii subito responsabile di quei ragazzi, per cui mi caricai dei lavori più pesanti e feci anche il cuoco.

Con il piccone ho scavato la roccia per piantare l'albero dell'alzabandiera; le tende comuni; quelle per dormire; la guardia di notte. Le prime tre notti volli farle sempre io, per sembrare coraggioso e non caricare di responsabilità ragazzini di 15-16 anni. Ci avevano detto che potevano esserci i lupi, e una accetta era la mia impropabile arma, e forse c'erano davvero, perché la notte molti rumori e richiami provenivano dal bosco che ci circondava. Quando arrivava qualche nuvola, tutto l'accampamento ne veniva avvolto, e poi restavo solo io, fuori dalla tenda, grondante d'acqua e tremante per il freddo: in fondo anch'io ero solo un ragazzo.

Uno di quei ragazzi che a me sembrava che proteggessi con coraggio, è venuto qualche tempo fa, da un altro continente, dopo moltissimi anni, e mi ha detto (più che a me, a un mio figlio presente):

– Non ho mai dimenticato che tu ci hai sempre difeso; adesso ho saputo che hai bisogno di aiuto, dimmi cosa posso fare per te.

  • L. Sales, Frammenti (lungo la strada...), Esseditrice, San Severo 2021, p. 48.

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