VIRGILIO JUAN
CASTIGLIONE
GARE DI SCI A CAPRACOTTA
Istituto Nazionae Luce (1929)
"Gare di sci a Capracotta"
GARE DI SCI A CAPRACOTTA
Istituto Nazionae Luce (1929)
"Gare di sci a Capracotta"
IL RATTO DI BECKENBAUER
Flop TV (2009)
"La villa di lato"
di Maccio Capatonda (1978)
IL RATTO DI BECKENBAUER
Flop TV (2009)
"La villa di lato"
di Maccio Capatonda (1978)
IL RATTO DI BECKENBAUER
Flop TV (2009)
"La villa di lato"
di Maccio Capatonda (1978)
IL RATTO DI BECKENBAUER
Flop TV (2009)
"La villa di lato"
di Maccio Capatonda (1978)
VIRGILIO JUAN
CASTIGLIONE
Le arie popolari musicate da artisti capracottesi
NUNZIO
BACCARI
(1666-1738)
ALFONSO
FALCONI
ALFONSO
FALCONI
ALFONSO
FALCONI
NUNZIO
BACCARI
(1666-1738)
TERRONISMO
di Marco Demarco (1955)
Fabio Fazio, intervistato su "Sette", il magazine del "Corriere della Sera", ha dichiarato di storcere il naso al solo sentir parlare di Padania: «Ma cos'è? Che confini ha? Sono di Savona e non l'ho mai vista». Capisco, perché in effetti ha ragione. Ma che la padanità esista ormai fo dicono in molti. L'hanno detto anche Sergio Cofferati, quando era sindaco di Bologna, e Riccardo Illy, quando era presidente della giunta friulana. Entrambi hanno ammesso che l'idea di Padania evoca comunque una comune appartenenza. Ed è un po' quello che pensa anche Nichi Vendola, governatore della Puglia, quando, in La fabbrica di Nichi, riconosce che «la Lega fa una straordinaria, seppur distorta, operazione di risarcimento simbolico», intendendo dire che la Lega ti dà ciò che il governo italiano ti toglie: il governo ti toglie con le tasse e i disservizi, la Lega ti accoglie nella sua grande famiglia politica.
A ragione, si obietta che la Padania è nient'altro che un espediente, un artificio geopolitico. E chi lo nega? Ma qualcuno saprebbe dire dove comincia e dove finisce il Meridione? Eppure, Meridione è un concetto corrente, nessuno sta lì a misurarne i confini, a chiedersi se Sant'Agapito sia dentro o fuori. O Capracotta e Castelpizzuto.
Pur avendola nel sangue e nonostante tutto quello che ho fin qui detto, dunque, io spero che la duosicilianità non mi vada alla testa, che resti lì dov'è, buona buona, senza invadermi. Perché ci si può inorgoglire citando la storia di Renato Caccioppoli e delle Quattro giornate, ci si può divertire con gli aneddoti e la filosofia prêt-à-porter di De Crescenzo e ci si può commuovere ascoltando canzoni come "Malafemmena" o "Indifferentemente", che per certi versi la supera, perché è più assoluta, più tragicamente shakespeariana: «E damme 'stu veleno, nun aspettà dimane, ca indifferentemente, si tu m'accide, je nun te dico niente». Ma non vedo perché si debba dire: «Homo terronicus sum, et amo cumterronicos».
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M. Demarco, Terronismo. Perché l'orgoglio (sudista) e il pregiudizio (nordista) stanno spaccando l'Italia in due, Rizzoli, Milano 2011, pp. 22-23.