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VIAGGIO IN ITALIA

di Guido Piovene (1907-1974)

La diffusione del credito in piccoli rivoli, la semplicità e la chiarezza nelle pratiche per ottenerlo, sono dunque un problema capitale di regioni rimaste statiche, e in cui troppo si attende dall'intervento dello Stato. Il vanto di avere fatto da sé, contrariamente all'uso, si udrà risuonare ad Isernia, seconda città del Molise. Semidistrutta dalla guerra, Isernia si è ricostruita e, insistono nel dire gli abitanti, con pochi aiuti. L'essere cittadina attiva, nodo di strade che conducono all'Adriatico e al Tirreno e centro naturale di un gran numero di villaggi alpini, le darebbe il diritto, secondo la tesi locale, di essere il capoluogo d'una nuova provincia. Gli uffici dai quali dipende, mi è stato fatto osservare, sono oggi decentrati, oltreché a Campobasso già difficile da raggiungere, a L'Aquila, a Pescara e a Napoli. Triste è la situazione dei villaggi alpini, che avrebbero bisogno di uffici meno remoti, giacché oggi è impossibile ad uno dei loro abitanti andare e tornare in un giorno per sbrigare una pratica: motivo anche questo dei guai tante volte indicati, isolamento, arretratezza ed esodo dalle montagne. Campobasso, lo abbiamo visto, non è dello stesso parere, e oppone che una zona povera, come quella d'Isernia con i villaggi alpini che la circondano, vedrebbe aumentata in misura insostenibile il già grave peso fiscale se si addossasse gli uffici di una provincia. Gli abitanti di Isernia controbattono che ben condotta la zona non sarebbe povera, perché la valle del Carpino è fertilissima. Ho accennato alla disputa, perché mi sembra tipica della regione molisana e abruzzese, nella quale persiste, come si è detto, un carattere cantonale, e a proposito dei Comuni alpini, dirò di sfuggita che uno, Capracotta, è il più alto dei Comuni appenninici, e perciò l'inverno è chiuso dalle nevi e dai ghiacci. Mi è sembrato che a Isernia si tenga oggi a mostrare soprattutto la parte nuova e le costruzioni postbelliche, vanto di una città che vuole affermarsi. Ma è anche piacevole girare in quello che resta d'Isernia vecchia. Vi si trova tra l'altro una delle migliori e più attrezzate biblioteche pubbliche della regione. Nei mercati si ammucchiano frutti di colori vivaci, i peperoni, e quei meloni giallo chiaro, simili a zucche, che vengono dalla Puglia, e hanno sapore di papaia. Isernia è tra i maggiori centri per il merletto a tombolo. Nelle viuzzem dentro le porte, nelle piccole piazze trasformate in salotto, si vedono centinaia di donne e di bambine che lavorano al tombolo sedute su sedie di paglia, spesso dalle otto del mattino alle nove di sera.

  • G. Piovene, Viaggio in Italia, Mondadori, Milano 1957, pp. 443-444.

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