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Capracotta, il grande freddo



È già destinata a rimanere nella storia la grande nevicata del 5 e 6 marzo 2015. Siamo a Capracotta, nel Molise, dove in meno di 24 ore sono caduti oltre due metri di neve, tanto che qualcuno si è visto costretto ad uscire dalla finestra anziché dalla porta. Un fenomeno straordinario, quello che ha fatto sin da subito parlare di record e ha fatto sì che il piccolo paese della provincia di Isernia, collocato sull'Appennino a circa 1.400 metri sul livello del mare, balzasse agli onori delle cronache nazionali e internazionali. Giorni di visibilità mediatica, ma anche giorni di intenso lavoro per far fronte agli innumerevoli disagi legati alla viabilità. Da queste parti, un vecchio detto dice che "qui ci sono undici mesi di freddo e uno di fresco". Poche parole per delineare le caratteristiche climatiche di Capracotta, che pure in altre occasioni si è ritrovata a fare i conti con straordinarie nevicate, come quelle del 2003 e del 2005.

A raccontarci i giorni del grande freddo è il maresciallo capo Oronzo De Fano, Comandante della locale Stazione. «Ha iniziato a nevicare nel pomeriggio del 5 marzo e ha smesso nelle prime ore del 7». Fiocco dopo fiocco, per ore ed ore, la neve ha continuato a cadere ininterrottamente, fino a comporre una cartolina tutta bianca intarsiata dalle linee rette dei tetti, «uno spettacolo suggestivo che però ha significato lo stop alla circolazione, la paralisi della vita quotidiana e dunque l'impossibilità, per molti, di raggiungere il posto di lavoro». Gli oltre due metri di neve hanno fatto da sbarramento anche al portone della caserma dei Carabinieri in via Guglielmo Marconi. «Non riuscivamo ad entrare dal portone principale», racconta De Fano.

In quei giorni gli addetti alla Stazione, dipendente dal Comando Compagnia Carabinieri di Agnone, sono stati impegnati, insieme ai volontari del Soccorso Alpino e al Corpo Forestale dello Stato, nel gestire le problematiche scaturite dalle precipitazioni intense, come la rimozione degli accumuli di neve dalle principali strade di collegamento. In prima linea, sui mezzi speciali in loro dotazione, il maresciallo capo De Fano, gli appuntati scelti Alessandro Caruso, Fabio Le Donne, Nicola Caldararo, l'appuntato Piero Di Giacomo. «Ci siamo mossi con il gatto delle nevi e con la motoslitta per portare medicine e generi di prima necessità nelle abitazioni e in una casa di riposo». Un'attività ma soprattutto un "servizio" nel senso professionale ed umano del termine, quello per cui i carabinieri di Capracotta si sono guadagnati la riconoscenza della popolazione e il plauso dell'amministrazione comunale.

Messo da parte il maltempo, però, come scorre la vita, a Capracotta? Sport e natura è il connubio vincente di questo piccolo comune dove, a 1.573 metri d'altezza, spicca la località di Prato Gentile, divenuta meta rinomata per gli amanti dello sci di fondo grazie ad una pista di circa 15 chilometri. Un luogo, questo, da decenni palestra all'aperto di tanti atleti poi divenuti veri campioni. A proposito di natura, sempre su questo territorio c'è il Giardino della Flora appenninica, un orto botanico naturale dove l'imperativo è: tutelare la biodiversità. Ci sono i faggi, gli abeti bianchi, l'angolo delle rocce e quello delle farfalle. Il maresciallo capo De Fano, origini pugliesi e, per l'esattezza, baresi, è arrivato a Capracotta nel dicembre 2002. Alle spalle un'esperienza di quattro anni presso il 12° Battaglione Carabinieri "Sicilia", a Palermo, dopo aver frequentato la Scuola Sottufficiali a Velletri e a Firenze. Da tredici anni, dunque, il suo impegno nella Benemerita lo profonde qui in Molise. È un paesino tranquillo, Capracotta, dove è ancora vivo il ricordo delle truppe tedesche che, nel 1943, lo rasero al suolo. E dove oggi la caserma dei Carabinieri rappresenta un presidio irrinunciabile dello Stato, luogo di contatto quotidiano tra la divisa e la gente. Un rapporto di fiducia reciproca, insomma, quello che lega i cittadini di Capracotta agli uomini dell'Arma, e che si traduce in collaborazione quando, ad esempio, si scorgono in paese facce sospette. «La gente ci vuole davvero bene», nota De Fano. Che la sua squadra la guida non soltanto nelle attività di protezione civile, ma anche in quelle di prevenzione e repressione dei fenomeni criminali. Perfino in un posto così isolato, infatti, è capitato di ricevere "visite" da parte di malviventi in trasferta dai territori più problematici di Puglia e Campania. Qualche anno fa, ad esempio, durante la festa patronale di San Sebastiano, che si svolge nel mese di luglio, i militari dell'Arma hanno arrestato in flagranza di reato tre persone per spaccio di banconote false. Un risultato reso possibile dalla collaborazione della gente che, ritrovatasi con in mano biglietti da cento euro contraffatti, non ha esitato ad informarne prontamente il maresciallo De Fano, che con i suoi uomini si è messo immediatamente sulle tracce dei falsari.


Stefania Marino

 

Fonte: S. Marino, Paese che vai, caserma che trovi, in «Il Carabiniere», LXIX:5, Roma, maggio 2015.

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