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Gratitudine del popolo di Capracotta


Il dott. Antonio Conti (1928-1982).

Capracotta: un bel paese dell'Alto Molise, a cavallo della catena appenninica, tra Monte Capraro e Monte Campo, posto a vedetta della valle del Sangro e di quella del Verrino-Trigno, è ad un'altezza di 1.421 m. sul livello del mare, con clima secco e freddo. La sua posizione ne fa un centro di rilevante attrattiva turistica, ricco di storia e singolari tradizioni che affondano le proprie radici nei tempi più remoti della sua gente. Il Capracottese, da sempre itinerante per paesi e città d'Italia e del Mondo, ha tenuto in alto con la sua onestà e laboriosità il nome di questo alpestre paese. E tanti sono quelli che hanno legato il proprio nome a gesta di operosità e di bontà. Antonio Conti «è stato il migliore dei figli di questa nostra terra».

Egli nacque a Roma da Pasqualino e Adelaide Petrucci il 14 maggio 1928. Frequentò le scuole elementari a Capracotta sotto la guida del maestro Ottorino Conti. A Roma fece gli studi delle scuole superiori. Avviatosi ai corsi universitari frequentò la facoltà di Medicina, laureandosi brillantemente a pieni voti. Prima di iniziare la sua carriera di specializzazione in chirurgia frequentò l'Accademia Militare di Modena. Ben presto iniziò il suo curriculum di chirurgo in vari ospedali di Roma: Policlinico, San Camillo, Santo Spirito, Santo Eugenio, San Filippo Neri, San Giovanni ove ebbe modo di mettere in mostra le sue qualità di uomo, di chirurgo apprezzato e stimato sempre cosciente e responsabile dell'alto compito che aveva nel conservare la vita e ridare il sorriso a chi era nella tristezza e nella sofferenza. È stato scritto che egli era «un grande personaggio del mondo chirurgico romano».

Era infatti un chirurgo lineare, metodico, razionale, sicuro per la coscienza della sua professionalità, basata su di una profonda preparazione ed una lunga e sofferta esperienza che gli derivava dalle tante giornate di corsia e di camera operatoria, nonché dalle lunghe notti di guardia e di emergenza vissute. Chirurgo eccellente, dunque, ma anche uomo dotato di capacità naturali e doti non comuni. Animava gli ambienti di lavoro con la sua presenza stimolante, sempre in grado di dare un indirizzo, una soluzione appagante, creare un modello di vita, così come ha saputo fare nella serenità della sua famiglia. Era sempre attento ai vari problemi della vita, ricco di interessi, amante della natura in cui vedeva ed ammirava, ricolmo di fede, la mano provvidenziale della presenza divina.

Capracotta vuole eternare nel bronzo riconoscenza e gratitudine a questo suo figlio, additandolo ad esempio a quanti, nel tempo, conosceranno le sue notevoli doti di uomo e di chirurgo stimato ed apprezzato.

Mario Comegna

 

Fonte: M. Comegna, Gratitudine del popolo di Capracotta, Capracotta 1989.

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