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La guerra fredda



Passano gli anni e della guerra fredda

solo si sa che minacciosa dura.

Si vive di speranza e di paura.

E, con continua estesa propaganda

si raccomanda

sapersi meritar le promozioni

nel fare ordigni per le distruzioni.


C'è chi sostien di rinnovar le leggi,

la Religion, le idee sociali, tutto.

Che se d'accordo non sarà distrutto

quello che è in vigor di vecchia usanza

guerra ad oltranza!...

senza pietà, né tregua o compassione

se occorre la totale distruzione...


L'altra parte sostien che si è in errore...

Che quel che più convien è di tacere,

se evitar si vuol di non vedere

il cataclisma di una immensa fiamma...

Che un tal programma,

un tale inaccettabile desìo

va contro ogni buon senso e contro Dio.


E, mentre aumentan le voglie divise,

l'odio e lo sdegno sono in gran progresso.

Ma un passo falso non sarà lo stesso

di quello di ogni tempo del passato...

Se un pazzo nato

vuol consigliar la prova, per gli onori,

convien seguirlo a vista, e farlo fuori!


Per questo sviluppar d'intelligenza

l'uomo trascura il vero alto Comando

che finge d'ignorarlo! E fino a quando

non si convince che, se mette in giuoco

tutto, ben poco

ne sarà salvo. Una gran lotta a fondo

spoglierebbe di beni e vita il mondo.


Sono avversarï assai pericolosi.

Non sognan, minacciandosi, che solo

vittoria, per poter così, da un Polo

all'altro dettar leggi ad ogni Stato.

Perciò in agguato

stanno continuamente, sostenuti

dalla speranza, ed essere temuti.


E mentre la gran massa spera in Dio

per l'alterata e vile fantasia

che può portare i capi alla pazzia,

(i quali ognun vuol far troppo l'audace),

ovunque gridan tutti: – Pace, pace.


(1961)


Nicola D'Andrea

 

Fonte: N. D'Andrea, Le poesie di Nicola D'Andrea, Il Richiamo, Milano 1971.

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