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Iacovone bomber dal cuore d'oro


L'elevazione di Erasmo Iacovone (1952-1978).

In occasione dell'anniversario della morte di Erasmo Iacovone abbiamo raccolto un pensiero da parte di mister Graziano Gori, all'epoca compagno di squadra del bomber di Capracotta.

Domanda: – Delle sue doti tecniche sappiamo abbastanza ormai, ma chi era Erasmo come uomo, all'interno dello spogliatoio e fuori dal campo?

Risposta: – Nello spogliatoio era un ragazzo umile, socievole e disponibile al dialogo. Come uomo era una persona che metteva la sua esperienza a disposizione dei ragazzi che iniziavano a venire con noi in prima squadra. Non si sentiva quel personaggio che la Taranto sportiva acclamava. Arrivò in punta di piedi e poi mese per mese cresceva come persona importante nello spogliatoio.

D: Dell'ultimo campionato che disputaste in serie B che ricordo hai e dell'ultima partita?

R: Dopo quell'ultima partita disputata insieme contro la Cremonese, rientrammo negli spogliatoi troppo nervosi, perché era una partita che dovevamo vincere ma non ci riuscimmo per le parate del portiere Ginulfi. Quindi avemmo un diverbio di quelli che succedono a fine partita. È rimasto tutto in sospeso perché poi il martedì dovevamo parlare e chiarirci e chiederci scusa, quel martedì non è mai arrivato. Mi è rimasta questa cosa sul groppone perché con lui avevo un ottimo rapporto, già ci conoscevamo avendo fatto la Nazionale di serie C insieme. Era un giocatore importante sia per me che per Selvaggi perché finalizzava il nostro lavoro, un ragazzo di spessore sia fuori dal campo che dentro il campo.

D: La sera della partita eravate tutti insieme?

R: No, non c'è mai stata quella cena fra giocatori. Lui uscì con il nostro barbiere e altri due tifosi del Taranto per andare a cena. Al ritorno lo accompagnarono a casa, lui salì e chiamò la moglie. Poi gli venne in mente che in questo locale di San Giorgio ci sarebbe stato uno spettacolo, lui andò da solo e la morte lo ha colpito per una questione di fatalità. Per coincidenza questo spettacolo non iniziò, lui andò via ed è successo quello che è successo.

D: Dopo quella scomparsa Taranto ha vissuto anni bui. Secondo te c'è la possibilità di tornare tra i professionisti?

R: Ora sono la persona meno indicata perché alleno la juniores, è chiaro che siamo in testa e dobbiamo cercare di raggiungere la promozione ma non sarà facile perché ci sono delle concorrenti agguerrite.

D: Come ti stai trovando alla guida della juniores e quanto è importante la cura dei giovani per una società che vuole fare bene nel mondo del calcio?

R: Un'esperienza molto bella, si cerca di trarre il meglio da questi ragazzi che vanno presi nella maniera. Io mi baso soprattutto sui principi dell'educazione sportiva. Poi a livello tecnico tattico si cerca di fornirgli una base tecnico tattica. Di conseguenza se vengono a disposizione meglio ancora. Poi se vengono i risultati meglio ancora. Per quanto riguarda le strutture siamo in difficoltà, qui mancano le basi, vengono sempre rimandati lavori e siamo costretti ad allenarci a Statte. Ripeto, tra la cultura sportiva che c'è al Nord Italia e quella che c'è al Sud c'è una differenza enorme.


Andrea Loiacono

 

Fonte: https://giornalerossoblu.it/, febbraio 2019.

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