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Memoria sul Movimento Uomini Casalinghi


F. Farina, "Cavalcando un raggio di luce", 1992, olio su tela.

Il futuro non ha bisogno di rivoluzioni.

Il futuro ha bisogno di un nuovo esperimento!

[Osho]


Fatalità volle che dopo tanti anni durante i quali Antonio D'Andrea mi aveva invitato a visitarlo a Capracotta, finalmente, per merito della mia compagna Caterina Regazzi, andai finalmente nella cittadina molisana.

La cosa avvenne in un momento estremamente auspicioso, sotto il disco blu della Luna Blu, la seconda luna piena del mese di agosto. La Luna Blu infatti si mostrò il 31 agosto del 2012, e quello è stato il momento in cui abbiamo potuto ammirare la 13ª Luna Piena (evento alquanto raro che avviene solo in alcuni anni) ed incontrare Antonio nella sua casa. La Luna Blu viene considerata messaggera di sorprese, buone notizie e grandi gioie. Ed infatti così fu...

Fatalità, ancora fatalità, volle che durante la permanenza a Capracotta parlassi con Michele Meomartino, il segretario di "Vivere con Cura", il quale mi annunciò la sua intenzione di scrivere un libro-memoria sull'esperienza di vita di Antonio D'Andea, partendo dal suo impegno con il Movimento degli Uomini casalinghi. Al che non potei fare a meno di rammentare che 20 anni fa al Circolo Vegetariano VV.TT. di Calcata si compiva il rito del primo festival nazionale del Movimento uomini casalinghi.

Una memoria giornalistica del fatto l'ho conservata nel nostro archivio storico, dove sono stipati migliaia e migliaia di articoli sugli eventi da noi vissuti. In particolare quel primo festival casalingo al maschile attirò l'attenzione di tutti i giornali e riviste nazionali oltre a tutte le reti radio-TV nazionali e locali, ma non posso riportare tutto, ovviamente lo spazio a mia disposizione non me lo consentirebbe... ma leggete cosa scriveva Antonello Palieri dell'ADNkronos su quell'evento:

Roma, 1 set. 1994 Il momento è giunto. Il "Movimento uomini casalinghi" tenta di realizzare una fondazione e di definire una strategia sindacale per tutelare la categoria. Luogo, il centro antico di Calcata (Viterbo), sopravvissuto agli ordini di demolizione del ministero dei Lavori pubblici e infine diventato sede permanente di una comunità di artisti, ecologisti, vegetariani e liberi pensatori. L'appuntamento - anche per i non addetti ai lavori - è al circolo vegetariano in piazza Roma 22, nel centro storico di Calcata.

L'incontro era stato programmato come "Primo congresso nazionale dei casalinghi-maritati e scapoli che si dedicano per scelta o per necessità alla cure domestiche", poi si è preferito un festival. Gli artisti di Calcata sono riusciti infatti a imporre un loro modello contro «ogni tentazione politico-burocratica».

In apertura del Festival, Antonio D'Andrea, fondatore del Movimento uomini casalinghi, e Paolo D'Arpini, presidente del Circolo vegeteriano VV.TT., presenteranno un'edizione speciale del "Bullettin-Calcata" dedicata alla «storica rivendicazione».

Sarà poi inaugurata la mostra "Il cavalluccio marino: quando è lui a rimanere incinta. 25 pannelli sul ruolo materno dei maschi". Saranno anche proiettate diapositive sulle «pratiche conviviali degli uomini casalinghi» e sarà «analizzato il testo "Vivere con cura" di Emanuela Rodriguez». Infine sarà discussa la «proposta di aprire a Calcata una comunità per uomini di casa».

Vorrei però aggiungere altre mie memorie personali su alcuni degli aventi vissuti assieme ad Antonio D'Andrea nel corso dei vent'anni di conoscenza. Ad esempio il 15 settembre 1996, presente Antonio, ci battemmo per il riconoscimento di un nuovo ordinamento regionale basato sul "bioregionalismo" (luoghi riconoscibili per le affinità culturali, dialettali, della flora e della fauna) e su effettive automonie locali. Il 15 settembre, lo stesso giorno dell'imbarazzante "uscita fluviale" di Bossi, noi riproponemmo l'Italia dei bioregionalismi e del federalismo effettivo che «unisca nel nome d'Italia - ma nel rispetto autentico delle autonomie - e non separi quanto è stato unito attraverso drammatiche e secolari vicende».

Lo riproponemmo sull'altra sponda del Po, in una manifestazione a San Benedetto del Po, per rilanciare il modello etrusco come metodo di aggregazione federalista in chiave bioregionale. Mentre Antonio aveva allestito il banchetto con i suoi saponi naturali e le riviste di "Vivere con Cura" io giravo per il campo a discutere con i vari convenuti e giornalisti. Infatti in quella occasione conquistammo anche un occhiello in prima pagina su Repubblica e diversi articoli su altri quotidiani nazionali.

Tornando al Movimento uomini casalinghi sento lo stimolo di esprimere le motivazioni che mi spinsero ad aderire, sono motivazioni umane, essendo io stesso un casalingo e ragazzo padre, forse il primo in Italia ad avere avuto (nel 1985) l'affidamento ufficiale di mio figlio Felix (da quando aveva un anno e mezzo) ed anche per ragioni culturali per i miei interessi ecologici e spirituali.

In questo contesto, secondo me, occorre "inquadrare" la cultura femminista in un panorama più ampio che è quello dell'integrazione fra il maschile ed il femminile, osservando anche i passi fatti in tal senso nelle antiche civiltà d'Oriente e d'Occidente e nella società presente, attraverso il superamento dei canoni legati al genere. Infatti, secondo me, non soltanto è necessaria una pratica paritaria in vari ambiti della vita quotidiana, ma occorre cercare ispirazione anche nella compartecipazione vissuta in vari contesti di civiltà umana. Ricordo qui ad esempio la teoria della pansessualità espressa dallo studioso Peter Boom, con cui lavorai assiduamente per assicurare alla sessualità una valenza universale senza preferenze di genere o di modi espressivi.

Ma non posso far a meno di considerare quei modi che mi hanno aperta la strada della ricerca in quell'affascinante mondo popolato al femminile, che nei miei sogni innocenti considero una sorta di paradiso terrestre. Ma dal paradiso terrestre siamo stati scacciati, almeno così dice la Bibbia, forse però questa è solo una assunzione "religiosa" - magari anche un po' pretenziosa - poiché sulla terra ci siamo ancora e forse potremmo immediatamente ritrovarci in quel "paradiso perduto" il momento stesso che la nostra vita trovasse l'armonia fra uomo, natura ed animali. Prima di tutto, però, quel che è da riequilibrare è il rapporto fra i due generi della nostra specie, il femminile ed il maschile...

Yin e Yang, come dicono i cinesi, sono le due forze interconnesse, Terra e Cielo, che creano il mondo... Ma non voglio solo parlare di cultura cinese, vorrei qui approfondire il discorso sulla cultura pre-patriarcale e di come viene descritta dai vari ricercatori che si occupano di questo tema. Vediamo infatti che negli studi su alcune società egualitarie, questa armonia fra il maschile ed il femminile, definita "matrismo" (talvolta "gilania"), dal punto di vista etimologico non è il «potere delle madri» contrapposto a quello dei padri (patriarcato), bensì la comprensione che in queste società evolute si tiene in alta considerazione la funzione materna come principio intorno a cui si organizzare la società, essendo il rapporto d'amore e di cura madre-figli l'aspetto fondante ove non esistono le gerarchie tipiche del patriarcato.

Nell'incontro equanime fra i generi non c'è il dominio, il valore centrale è il rispetto delle differenze, per cui non esiste la disparità. Questa armonizzazione rappresenta un'alternativa praticabile al patriarcato maschilista. E non comporta la femminilizzazione dell'uomo o la mascolinizzazione della donna, bensì l'armonia fra le funzioni maschili e femminili.

Ma non dimentichiamo le battaglie odierne per la parità dei diritti, a forza di dai e dai, con vari incontri nazionali, convegni, etc. finalmente le istituzioni si mossero e dal maggio 2011 una sentenza della Cassazione ha stabilito che anche i mariti delle casalinghe possono godere di un periodo di allattamento. Quasi una piccola rivoluzione. E che la rivoluzione avvenga, così si possono raggiungere maggiori traguardi e tutele familiari.


Paolo D'Arpini

 
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