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A soli 27 passi dal cielo


Panorama di Capracotta da Sotto la Terra (foto: A. Mendozzi).

Oggi voglio giocare coi numeri e coi record. E visto che, giocando, si può imparare, voglio che questo mio articolo abbia una qualche finalità didattica, perlomeno per i giovanissimi. Ma avverto che sarò sfacciatamente fazioso, quasi disturbante per un lettore che non fosse capracottese, quindi prendete questo scritto per quel che è: un divertissement.

Spesso si legge qua e là che Capracotta, posta a 1.421 metri sul livello del mare, sia il comune più alto dell'Appennino; altre volte, addirittura, che il nostro sia uno dei comuni più alti d'Italia. Le due affermazioni sono entrambe errate ma... sono davvero così lontane dalla realtà? No, per niente.

Ufficialmente il comune più alto d'Italia è Sestriere, in provincia di Torino, con i suoi mirabolanti 2.035 metri d'altitudine. E nelle prime dieci posizioni figurano soltanto comuni alpini: Chamois (1.816 m.), Livigno (1.816 m.), Claviere (1.760 m.), Rhêmes-Notre-Dame (1.725 m.), Ayas (1.699 m.), Argentera (1.684 m.), Valgrisenche (1.664 m.), La Magdeleine (1.644 m.), Elva (1.637 m.) e così via fino alla 37ª posizione, dove troviamo Rocca di Cambio (1.433 m.), in provincia de L'Aquila, l'unico comune appenninico più alto del nostro. Capracotta si attesta al 41° posto dopo Champorcher (1.427 m.), in Val d'Aosta, e prima di Proves (1.420 m.), in provincia di Bolzano.

Ora è giusto fare alcune precisazioni di carattere corografico, ottenibili miscelando i dati demografici con quelli storico-sociali. Scoprirete che quasi tutti i centri che precedono Capracotta o sono di più recente fondazione o non sono storicamente ascrivibili allo Stivale o presentano cifre demograficamente trascurabili.

Ad esempio Sestriere, il municipio più alto della Penisola che, amministrativamente parlando, fu fondato l'altro ieri, ovvero il 1° gennaio 1935, essendo prima di allora un fondo privato della famiglia Agnelli. O Chamois, il secondo comune più alto d'Italia, che oggi conta meno di 100 abitanti - 97 per l'esattezza - e che al massimo del suo splendore, nel 1881, ne contava 346, quando Capracotta era almeno dieci volte più popolosa.

Questo per dire che, dopo Livigno e Cogne (1.544 m.), il terzo comune altamente popolato e amministrativamente autonomo - per cui devesi parlare di cittadina - più alto d'Italia è proprio il nostro, che sopravanza anche l'ormai spopolata Rocca di Cambio, che a malapena arriva a 400 abitanti e che da frazione divenne comune proprio per farci dispetto. Ma io non voglio fermarmi qui.

Livigno divenne comune nel 1797, in conseguenza della riorganizzazione dei terreni di Bormio sotto la Repubblica Cisalpina. Prima di allora, non la si dovrebbe considerare terra italica, poiché contesa ora dai Grigioni ora dall'Impero d'Austria. Vicende simili sono quelle di Ayas, Corvara in Badia, Selva di Val Gardena, Valtournenche, Curon Venosta, Livinnalongo del Col di Lana, Canazei e Santa Cristina Valgardena. Cogne, al contrario, ha sempre goduto di una sua autonomia, continuativamente inscritta tra i possedimenti sabaudi, per cui essa sì che va considerata la cittadina italiana più vicina al cielo.

Se ne deduce che dal punto di vista corografico Capracotta è la terza cittadina più alta d'Italia dopo Livigno e Cogne, ma scala un'altra posizione se ci limitiamo all'ottica storico-politica di lungo periodo, nel cui caso Capracotta è seconda solo a Cogne. Qualora volessimo prendere in considerazione, come insediamento abitativo principale, non il feudo di Capracotta bensì quello di Macchia Strinata (sulla cresta di Monte S. Nicola), potremmo addirittura affermare che fino al XVII secolo, coi suoi 1.517 metri d'altezza, Capracotta era più bassa di Cogne di appena 27 metri.

Insomma, a soli ventisette passi dal cielo!


Francesco Mendozzi

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