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ELVIRA SANTILLI

(Capracotta, 1 aprile 1923 - Campobasso, 11 maggio 2013)

Scrittrice

"Oltre la valle" è il primo lavoro di Elvira Tirone, un esordio narrativo che si attiene alla linearità d'una serie di racconti rapidi e guizzanti, impregnati dal sudore degli uomini del Molise, una terra che è in realtà la vera protagonista del racconto.

  • Almanacco letterario, Bompiani, Milano 1969, p. 205.

Capracotta può vantare i natali d'una delle più grandi scrittrici molisane del Novecento, Elvira Tirone (il cui cognome da ragazza era Santilli). Nella sua carriera ha pubblicato diversi libri, ma l'apice lo toccò con "Oltre la valle", per l'editore bolognese Cappelli. Nel romanzo - toccante viaggio familiare e reminiscenza d'una società ormai distante - la Tirone tratteggiò molte suggestioni della propria infanzia. Ovviamente, nel libro non mancarono i riferimenti al suo paese natale, Capracotta. Per stringere in una sola citazione la necessità della letteratura a quella delle spigolature capracottesi, proponiamo un estratto in cui la scrittrice raccontò, in modo tanto preciso quanto amaro, la festa della Madonna di Loreto dell'8 settembre 1943, che coincidette col disgraziato proclama di armistizio: «Ai principi di settembre la mia famiglia si recò a Capracotta per la festa della Madonnina che ha la sua chiesetta all'imbocco del paese. Essa si celebrava saltuariamente ogni tre anni in forma solenne e quasi tutti gli abitanti dello scalo di S. Pietro Avellana accorrevano in paese, essendo la borgata una piccola colonia di capracottesi. Per i festeggiamenti, che duravano quattro giorni, tornavano da tutte le parti d'Italia e talvolta anche dall'estero i nostri compaesani che, come ho detto altrove, erano sparsi un po' dappertutto. Il paese ritrovava la sua unità nella gioia, nel rinnovellarsi degli affetti, nell'adesione al costume di quel piccolo popolo di montanari legati ad una terra avara di messi, ma generosa nel dare i suoi aliti di vita. In quei giorni si teneva la fiera che richiamava un gran numero di zingari ed anch'essi riuscivano a dare un carattere suggestivo a quella festa, forse perché, essendo considerati i leggendari fondatori del paese, sembravano sintetizzare tutto il folklore di quella manifestazione. La festa è stata ripristinata dopo la guerra e dura ancora quattro giorni. La sera del sette si va a rilevare la Madonnina in campagna. Si forma uno sfarzoso corteo a cui partecipano una sessantina di cavalli adorni con drappi ricamati, nastri e fazzoletti di seta, ognuno col suo elegante fantino, che tira la briglia al momento opportuno, perché il destriero chini la te-sta al passaggio della Vergine dal manto trapunto di stelle. Il giorno dopo ci sono le celebrazioni in paese. Il nove a mattina si forma di nuovo il corteo che riaccompagna la Madonna nella sua chiesetta. Si chiude la festa il quarto giorno con una gita a Monte Campo che vede ai piedi della sua eccelsa croce gran parte della popolazione. Quell'anno, però, non si andò sul Monte Campo. L'annuncio dell'armistizio, sebbene avesse un senso doloroso di sconfitta, aveva illuso gli animi desiderosi di pace».

  • F. Mendozzi, Guida alla letteratura capracottese, vol. I, Youcanprint, Tricase, pp. 151-152.

Scritti di Elvira Santilli:

  • M. Pezzimenti, Vita, pres. di E. Santilli, Il Ventaglio, Roma 1994;

  • E. Santilli, Oltre la valle, Cappelli, Bologna 1968;

  • E. Santilli, A colloquio con Belzebù, Ellemme, Roma 1991;

  • E. Santilli, Il sentiero di Aracne, Pagine, Roma 1996;

  • E. Santilli, L'ora dei sogni, Oxiana, Anacapri 2005;

  • G. Tirone, Un molisano a Dogali, a cura di E. Santilli, Ellemme, Roma 1987.

Articoli di Letteratura Capracottese:

  1. Due poesie per Monte Campo

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