XX
Elisa Avigliano, la nostra bella compaesana, ha avuto un'influenza enorme su tutta l'opera del grande poeta, fin dal primo giorno che i due si conobbero.
Il rapporto non fu mai sbilanciato da una parte o dall'altra: i due si compensavano, questa è l'opinione che mi sono fatto. Travolgente e sospettoso l'amore di lui, ricco di sentimenti complicati e talvolta anche oscuri, con una gelosia pervasiva e continua che invece di avvelenare l'amore, forse lo alimentava e riaccendeva la fiamma ogni qualvolta essa accennava a titubare, a vacillare.
Elisa di contro, amava anch'essa don Salvatore, ma di un amore più tranquillo, se possiamo parlare poi di tranquillità dei sentimenti per quella generazione così profondamente pervasa dal Romanticismo e dal sentimentalismo.
Non va dimenticato che il primo passo, come abbiamo già scritto, fu lei a farlo, con una lettera che vale la pena di leggere, ricca di espressioni di amore e di stima per un uomo che era decisamente più grande di lei, ma che le si presentava con l'aura del grande poeta, capace di trasformare in parole i moti dell'anima.
In ogni caso, quel loro rapporto influì tantissimo sulla produzione letteraria del poeta e del drammaturgo: "Assunta Spina" potrebbe esserne una prova.
A Napoli don Salvatore era costantemente coinvolto nella vita letteraria e teatrale della città. Aveva e coltivava un rapporto stretto con gli artisti della bella Napoli. Tra essi, una grande attrice, Adelina Magnetti.
– Don Salvato', quanne me la scrivete una bella commedia, anzi no, una tragedia, solo per me? una di quelle che fanne chiagnere pure 'e criature dinte 'a connola? me l'avite prumise, ma da quanne ve site perze adderete 'a gunnella della bella nocerina, me pare che nun tenite voglia 'e scrivere niente cchiù!
Don Salvatore si mise a ridere: la bella Adelina!
Le piaceva di pigliarsi la pizzicata con lui ogni volta che si incontravano, ma lui le perdonava tutto, era troppo bella e troppo brava, e poi era vero: le aveva promesso di scrivere un pezzo per il teatro adatto alle sue qualità artistiche, ma il tempo passava e non se ne faceva niente.
– Donna Adelina, avete ragione, sono in colpa, ma rimedierò, vi prometto che già stasera a casa proverò a mettere giù qualche cosa. Ma deve essere qualche cosa di veramente bello, di unico, di cui tutta Napoli, dovrà parlare...
– Don Salvato'... e mò vi suggerisco subito io qualche cosa! La bella Elisa addó sta in questo momento, vuie lo sapite?
Il poeta la guardò sconcertato, che cosa voleva fare intendere?
– Sta a casa sua, a Nocera Inferiore, e dove potrebbe stare?
– Ah... e vuie cumme 'o putite sape', cumme putite sta co pensiero sicuro? chella è na bella uagliona, chiossà quanta muscune tene attuorne!
Don Salvatore si adombrò e si fece scuro scuro in volto.
– Donna Adelina, che cosa mi volete dire, parlate chiaro! sapete qualcosa che io non so? se siete un'amica...
Una risata squillante lo travolse:
– Aaahhh... avete visto come è facile suscitare, risvegliare i sentimenti dell'anima e svegliare pure i morti?! – Il volto accaldato della donna si fece ancora più bello e intenso. – La gelosia, don Salvato', la gelosia muove i bastimenti a mare più del vento di una tempesta! scrivete qualcosa sulla gelosia e ce purtamme Napule appriesse! Vi saluto caro amico, e attendo il frutto della vostra opera.
Era giunto nel frattempo l'uomo con cui l'attrice si accompagnava in quei giorni: con dignità all'altezza di una regina la bella donna diede il braccio all'innamorato e si allontanarono, lasciando il poeta lì sull'atrio del teatro a pensare, a pensare... la gelosia...
Francesco Caso