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Amore e gelosia (XXII)



XXII

Si svegliò di soprassalto, in un bagno di sudore, don Salvatore.

Faticosamente si erse sul letto con la sola forza delle braccia puntellandosi alla spalliera: non ricordava quasi nulla dei sogni fatti in quella ora circa di dormita, ma un senso di urgenza lo attanagliava: c'era una cosa che doveva fare, anzi due, ma non ricordava nessuna delle due.

Il sogno gli aveva risvegliato dentro qualcosa cui doveva mettere mano e subito: ma che cosa? Un'ansia strana, indefinibile lo possedeva e quasi gli mozzava il fiato: doveva ricordare, doveva!

In quel mentre la porta si riaprì e la faccia grinzosa della madre, in una maschera sorridente gli fece:

– Salvato' è pronto in tavola... Vieni?

– Subito mammà, subito... Due minuti e vengo.

Non era più tempo di mettersi a riflettere, così si alzò dal letto, infilò le scarpe e si recò in cucina. Il pranzo si svolse silenziosamente, nonostante i tentativi di donna Patrizia di tirare fuori il figlio dal suo mutismo.

– Mammà, mi fai portare il caffè nello studio? Aggia fa' qualcosa di importante...

Due minuti dopo era seduto alla sua scrivania, tra i suoi amati libri, le penne, i calamai pieni di inchiostro e i suoi fogli bianchi che attendevano di essere vergati dalla sua grafia e colmati della sua poesia.

Ma non scrisse niente: se ne stava lì seduto a pensare: Assunta... Ma sì, ora ricordava! La sua novella "Assunta Spina", un vero dramma della gelosia! Perché non adattarlo per il teatro? Bastava renderla più forte, più tragica, con più gelosia e...

E insieme con la parola gelosia ricordò l'altra priorità: Elisa!

Doveva vederla, subito! Doveva andare a Nocera Inferiore, non poteva attendere il sabato e la domenica... Che cosa stava facendo, con chi stava, chi le gironzolava attorno?

Decise: vado alla stazione, prendo il primo treno e scendo a Nocera...

Poi si vedrà...

Dieci minuti dopo era già in strada: sotto casa c'era un suo amico col carrozzino a due posti, gli chiese un passaggio e con uno schiocco di frusta il cavallino partì... clop clop clop... facevano gli zoccoli sul selciato e il carrozzino avanzava svelto lungo le strade.

Giunse alla stazione: c'era un accelerato entro un quarto d'ora, fece il biglietto e salì nella carrozza di seconda classe.

Il treno partì in orario con uno sbuffo di vapore: era in viaggio...


Francesco Caso



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