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Antiche tradizioni natalizie capracottesi



Nel mettere a posto, ho ritrovato degli appunti che aveva scritto qualche anno fa mia madre, Rosa Sammarone D'Andrea, su richiesta di mia figlia per una ricerca scolastica su antiche tradizioni natalizie:


Il ceppo di Natale

Durante il periodo natalizio i miei nonni mi raccontavano sempre alcune belle storie davanti al camino.

La vigilia di Natale c'era l'usanza di regalare un ciocco di legna a parenti o amici. Il ceppo, grande e di legno ben secco, doveva ardere nel camino per l'intera notte fino alla mattina di Natale perché, secondo una leggenda, aveva il compito di riscaldare ed illuminare l'ambiente preparando la venuta di Gesù.

Dare o ricevere il ceppo di Natale era considerato un segno di rispetto e di affetto da parte delle famiglie e perciò esso veniva trattato come "uno di famiglia" a tal punto che durante il cenone della Vigilia, le portate, che non erano così ricche come oggi, venivano fatte "assaggiare" anche al ceppo! Quando esso gradualmente si spegneva, veniva recitata una preghiera di ringraziamento.


Alla messa della Vigilia

La mamma preparava per noi bambini un fazzoletto di stoffa con dentro una mela, un'arancia, qualche castagna, fichi secchi e, se c'erano, anche dei torroncini. Appena suonava la campana che annunciava la nascita di Gesù, scartavamo il nostro "pacchetto" e mangiavamo il contenuto in chiesa. All'uscita tutti intonavamo "Tu scendi dalle stelle".


Lorella D'Andrea

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