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Le casine: residenze rurali della nobiltà delicetana


La casina D'Ambrosio a Deliceto (FG).

I patrizi romani per il loro tempo libero, lo svago e la villeggiatura si costruirono le ville suburbane, o fuori città come a Minturno o a Capri; quelli veneziani avevano le loro splendide ville lungo la Riviera del Brenta; i nobili delicetani avevano la "casina". Essa era una residenza rurale situata lungo le più importanti vie di accesso al paese ed era costruita in luoghi ameni sia per godere dell'aria salubre e del panorama, ma anche per mostrare al "volgo" la potenza ecoomica, sociale culturale della propria famiglia. Vennero costruite tra la prima metà del 1800 e l'inizio del secolo scorso. Dopo un'attenta ricerca ne abbiamo censito solo sei unità, forse ve n'erano altre ma non ne abbiamo la certezza. Le famiglie più nobili e facoltose delicetane che hanno costruite le "casine" sono: i De Maio, i Maffei, i D'Ambrosio e i Chieffo.

I De Maio erano di Capracotta (Isernia) e un Giuseppe arrivò a Deliceto in qualità di governatore e nel 1680 sposò Chiara Apotrino dalla quale ebbe in dote lo splendido palazzo di corso Margherita e la storica masseria nella contrada omonima. Essi edificarono due residenze rurali: una in contrada Chiancone a m. 450 s.l.m. poco sotto la Chiesa della Madonna delle Grazie nei pressi della vecchia strada per la Consolazione. Venne edificata nella prima metà dell'800 a due piani con feritoie angolari per la difesa passiva. Fu venduta a inizio '900 da Elisabetta De Maio a Luigi Palermo e demolita dopo il terremoto del 1980. La seconda si trova in contrada S. Antonio, sopra il torrente Fontana a 610 m. di quota, è a due piani con feritoie sopra gli ingressi, costruita a metà '800, fu venduta inizio '900 ad Alfonso Palermo sempre da Elisabetta De Maio.

I Maffei provenivano da Solofra (AV) ed erano commercianti di pelli e di lana, arrivarono a Deliceto ad inizio '700 e Giuseppe nel 1703 sposò Ippolita Alfieri dalla quale ebbe in dote lo splendido palazzo a fianco del Municipio. Nella seconda metà del '800 (?) costruirono una loro residenza rurale in contrada Stimponescia-Barbarossa a 740 m. di altitudine a due piani da cui si gode un panorama immenso che partendo dal lago di Lesina arriva fino al Vulture e all'Irpinia. Attualmente è di proprietà della famiglia di Donato Di Taranto.

I D'Ambrosio erano una famiglia numerosa proveniente da Serino (AV) di professione conciatori e commercianti di pelli ed arrivaro no a Deliceto verso la fine del 1600. Costruirono due casine: una sotto Monte Tre Titoli (Montuccio) a 950 m. di quota da dove si ammira un panorama mozzafiato, voluta dal canonico Vincenzo D'Ambrosio (1816-1908) venne edificata ad un solo piano nel 1884 e sul muro frontale il sacerdote fece incastonare la seguente iscrizione: "Mirando il lido adriatico, assorto dal canto degli uccelli, ebbro dei profumi del bosco, qui sedendo designò questa casa, Vincenzo D'Ambrosio pregno di affetto ai suoi A. D. 1884". La seconda è ubicata in contrada Borranico su un pianoro a m. 500 di altitudine e fu costruita nel 1865 dall'altro fratello, il canonico Mattia D'Ambrosio (1821-1888) da cui si ammira un ampio panorama che dal Gargano arriva fino ai monti dell'Ipinia. Tra tutte le casine questa è la meglio conservata, la più importante ed imponente ed ancora oggi è adibita a pernottamenti, convegni e sala lounge. Attualmente è di proprietà dell'avv. Mattia Iossa. Questa residenza rurale, oltre ad avere sulla facciata lo stemma della famiglia D'Ambrosio è impreziosita anche da una lapide scritta in latino il cui significato in italiano è il seguente: "Questi campi, alberi ed edifici comprò, coltivò ed eresse Mattia D'Ambrosio 1865".

I Chieffo, anch'essi di famiglia numerosa arrivarono da Bagnoli Irpino (AV) nella prima metà del 1800 e di professione erano commercianti di stoffe e tessuti. Ad inizio '900 in contrada Mezzana dei Monaci (Redentoristi), a m. 395 di quota costruirono una casina in stile liberty a due piani con porticato da cui si gode un'aria salubre ed un importante panorama. Di quest'ultima famiglia nobile a Deliceto non vi è più nessun erede.


Paolo Carmine Pacella

 

Fonte: P. C. Pacella, Le Casine: residenze rurali della nobiltà delicetana, in «Elce», 139, Deliceto, marzo 2019.

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