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Come si sviluppa l'industria nell'Abruzzo


Giornale Lavori Pubblici

Ogni qualvolta ritorno dall'Abruzzo sono tentato di dire quanta forza, energia ed iniziativa si riscontra in tale regione.

La simpatia che ispira quel popolo forte e gentile deriva forse per me da alcune analogie di carattere che ho riscontrato con quello dei miei concittadini piemontesi; la stessa tenacia dei miei compaesani unita ad uno spirito d'iniziativa ed un senso industriale che può paragonarsi a quello dei lombardi. Non dirò dell'Abruzzo turistico e della relativa industria: altre penne più conosciute e più competenti della mia, ne hanno già lungamente scritto. Voglio solo dire dell'Abruzzo industriale e di quello meno sospettato.

Parecchi conoscono oltre ad Aquila e Sulmona, la industriosa vallata del Pescara con i grandi stabilimenti di Scafa e S. Valentino per la fabbricazione dell'asfalto e derivati, ma quelli sono inglesi o furono tedeschi. Meno note sono forse le fornaci di calce e di laterizi di Bussi, Torre dei Passeri, Chieti, Pescara, Castellammare, Ortona, e di una buona parte del litorale adriatico ove parecchi stabilimenti moderni competono con i più rinomati delle altre regioni.

Le industriose città di Pescara e Castellammare con le loro numerose e svariate industrie che vanno dalla fabbricazione dei colori e dei liquori, passando per quelle dei mobili, a quella dei macchinari necessari ai pastifici oleifici, ed altre industrie che finora erano in massima parte fabbricati solo nell'Alta Italia, sono certamente conosciuti data l'ultima settimana abruzzese che ebbe luogo l'anno scorso.

Le varie fabbriche di maiolica artistiche di Rosburgo ed altre sono troppo note esistendo sin da secoli.

Le fabbriche di liquorizia di Atri, esportano i loro prodotti fino in America.

La vallata del Vomano da Teramo in su vede nascere ogni giorno qualche fabbrichetta nuova; la vallata del Sangro da Castello di Sangro a Lanciano comprende pure molti stabilimenti per laterizi e segherie e fra altri anche una fabbrica di birra.

Tutto ciò lodevolissimo perché frutto del solo lavoro e della iniziativa abruzzese; ma si trova in regioni abbastanza munite di ferrovia ed in parte a contatto col mare.

Ma quello che nessuno sospetta è lo spirito di modernismo e di progresso che anima gli abitanti dei più alti monti, ove uomini umili senza pompa, senza rumori e senza alcuna ricompensa nemmeno onorifica, lavora al solo scopo di migliorare le condizioni dei propri compaesani. In quei luoghi, ove uno spirito di collettività ben guidato ha permesso a delle popolazioni, che per cinque o sei mesi dell'anno sono isolate nella neve, di avere il beneficio della luce e della forza elettrica. Chi conosce per esempio la centralina di Gamberale S. Angelo? Costruita (e chissà se me lo perdonerà nella sua modestia il Reverendo Arciprete di Pizzoferrato che ne è l'anima) da un gruppo di montanari con le loro sole risorse senza aiuto né di governo né di banche. Centrale che produce 60 kw di forza distribuendo l'energia a Gamberale, S. Angelo, Pizzoferrato e Capracotta, paesi che si trovano a delle altitudini variabili da 900 fino a 1.400 metri. L'impianto di quella centrale oltre la luce ha permesso l'impianto di molini elettrici, vera manna del cielo per quelle popolazioni.

Ed ora oltre il pane e la luce, Pizzoferrato continua nel suo programma e poiché quei montanari degni di ogni benemerenza, dando tutto al luogo che li ha visti nascere, ritornano dalle Americhe e costruiscono là sui loro monti, ove nessuno di noi cittadini oserebbe pensare di vivere, costruiscono dico una casa moderna molto diversa dai tuguri di una volta. Ma la natura è loro avversa: manca la sabbia, elemento primordiale di ogni costruzione: ebbene, l'impianto per produrla è quasi fatto. Macchine che pesano tonnellate vengono smontate e portate pezzo per pezzo a dorso di mulo per sentieri impervii con fatiche da Titani, ma la Casa sarà ben costruita e solida come i monti sui quali si erge.

Chi conosce le segherie di Rivisondoli e Roccaraso? Là pure coraggiosi industriali hanno inoltre impiantato le industrie più moderne dei prodotti in cemento che permettono la costruzione della casa economicamente.

In un'altra zona pure della provincia di Chieti, e in alta montagna , ogni giorno si modernizzano impianti per la lavorazione del gesso e Gizzi, Gessopalena ed altri

paesi saranno presto la culla d'industrie, che permetteranno di esportare prodotti all'estero, poiché il gesso che producono è di primissima qualità.

Quanto e quanto sarebbe a dire di altri villaggi e di altri luoghi pure in mezzo ai monti come Navelli, Capestrano, Molina Aterno, Pizzi ove piccole industrie nascono ogni giorno, veri ingranaggi del grandioso meccanismo che formerà la ricchezza della nazione.

Una così grande riserva d'iniziativa e di lavoro, se come tutto lo fa sperare, verrà incoraggiata dal governo tanto più che in esso vi è un uomo come S. E. Acerbo che già benemerito di quella regione, conosce meglio di tutti i suoi compaesani, saprà dare al paese una ricchezza non sospettata.

Forse mi son dilungato oltremodo, ma altri esempi di nobile incitamento avrei da citare, esempi che hanno ingigantito il mio cuore, l'entusiasmo e l'ammirazione che provo per quella gente che senza comizi, chiacchiere od altre vacuità, lavora e contribuisce veramente a fare più grande la nostra Italia.


Carlo Brignone

 

Fonte: C. Brignone, Come si sviluppa l'industria nell'Abruzzo, in «Giornale dei Lavori Pubblici», LI:9, Roma, 30 aprile 1924.

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