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Elegia ob obitum Domini Joannis Dominici Falconi


Il manoscritto originale di Don Agostino Bonanotte.

Clausit Episcopus heu! Falconi lumina morte.

Tuam charis dura fata fuere suis!

Abstulit atra dies, et funere mersit acerbo!

O Capræcoctæ gloria magna, decus!

Si pius, integer, et nulli probitate secundus

vixerit, ætherea scandit ad astra via.

Hoc tumulo ossa jacent, donec fastigia Cœli

conscendent anima, te veniente die!

Nobilis Altamura, tuus dolor ora repressit!

Facundus Præsul mortis ademit iter!

Civis Aquævivæ, terremur imagine mortis

visa; sæva tamen crimina luce geme!...

Sat decet occulto venerari murmore manes,

atque simul colere nomen honore suum.

Sed tantum patriæ Dominus concessit honorem,

non vobis, flenti corpus habere suum.

Et tumulum facite, et tumulo superaddite carmen,

cui dixit. Patria carmina sculpta dedit.

Ipsa sinum rursus lacrymis implevit obortis,

terque, quaterque pia funera duxit ei.

Præsulis æternum an teneat per sæcula nomen?

Ipsa tenebit eum semper in ore suo.

Horibus innumeris aspergitur undique bustam,

ad sacrum unanimes eja venite locum.

Præterea trahimus querulas de pectore voces,

mœstos ed dulces ore ciendo modos:

o Præsul, quoniam fatalia fila recidit

mors infesta tibi, percipe mente sonum:

cum fauste teneas æternæ regna salutis,

invoca confestim supplice voce Deum;

ut diras mittat nostro de pectore curas,

et populis pacis fœdera firma donet;

ut gentes videant manifesto in lumine Verum,

laudibus et cultu sic venerentur eum.

Perfice; non valeat dignas persolvere grates

et si lingua tibi, corde manebit amor.


Agostino Bonanotte

 

Per la morte di Giovanni Domenico Falconi vescovo del Signore

Ohimé! Il vescovo Falconi chiuse gli occhi a causa della morte. Che io possa espiare quelli che furono i crudeli destini con i suoi favori! Lo strappò il giorno funesto, e lo inghiottì in una morte prematura! Oh illustre vanto di Capracotta, oh onore! Qualora qualcuno lo abbia definito pio, virtuoso, e secondo a nessuno per rettitudine, ascese fino alle stelle attraverso le vie del cielo. In questo sepolcro giacciono i suoi resti mortali, fino a quando le altezze dei cieli eleveranno te nell'anima, arrivando per te il giorno predestinato! Nobile di Altamura, il tuo dolore ti chiuse la bocca! Presule facondo, il sentiero della morte ti ha strappato! Cittadino di Acquaviva, siamo atterriti dall'aver scorto l'ombra della morte; tuttavia compiangi nella luce le orribili colpe! Conviene alquanto che i defunti siano onorati con preghiere nascoste, e insieme onorare il loro nome. Ma il Signore ha concesso un tale onore alla patria, non a voi, a chi piange di avere il suo corpo. Preparate un sepolcro, e aggiungete sulla tomba un'iscrizione in onore di quello che la patria gli dedicò. La patria consegnò iscrizioni scolpite. Essa stessa riempì più e più volte il petto con le lacrime sgorgate dagli occhi, per tre e per quattro volte, gli dedica una doverosa sepoltura. Si tramanderà in eterno il nome immortale del vescovo? Essa stessa sempre lo ricorderà. La tomba sia cosparsa da innumerevoli onori, orsù, venite concordi presso questo sacro luogo. Poi eleviamo dal petto canti di compianto, pieni di mestizia e di dolcezza cantando così: vescovo, poiché il destino di morte a te ostile ha reciso il filo della vita, accogli questa preghiera: poiché hai raggiunto felicemente il regno dell'eterna salvezza, invoca subito Dio supplicandolo di allontanare dal nostro cuore gli affanni funesti, e implorandolo di donare la stabile alleanza di pace tra i popoli; affinché le genti vedano rifulgere il Vero, di coloro che lo venerano con lodi e devozione. Accorda questa preghiera; e se non ti sia permesso rendere giuste grazie attraverso la preghiera, nel cuore rimarrà l'amore.


(trad. di Alessandra Scorcia)

 

Fonte: A. Caruso, L'arciprete Agostino Bonanotte di Capracotta: dalla microstoria alla storia, Artificio, Ascoli Piceno 2016.

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