Ho accennato alla Congregazione della Visitazione e Morte di Capracotta nell'articolo del 7 luglio scorso, incentrato sull'ormai scomparso cristogramma di via Carfagna (qui). Oggi voglio invece parlarVi di una lastra di pietra incisa, presente nel primo dei quattro fondachi situati tra la fine di via Roma e l'inizio di via San Giovanni, tutti di proprietà della ex congrega capracottese e oggi chiusi al pubblico perché abbandonati, fatiscenti, cadenti. Difatti, venendo da capabbàlle in direzione capammónde, «sottoposte al descritto primo piano vi sono quattro bassi, dei quali due congiunti l'uno coll'altro dalla parte verso Michelangelo Mosca». Proprio nel primo fondaco - da cui si accede attraverso il secondo - è presente una lapide che contiene una misconosciuta epigrafe datata 1851. La pietra recita così:
D.O.M.
QUOD SUI ESSET
UNDE FRATRUM ANIMÆ PIARENTUR
AN. NIC. CONTI CONGRECÆ PRÆFECTUS
FACIENDUM SAXI SINU CURAVIT
MDCCCLI
Avendo riscontrato delle difficoltà nella lettura dell'iscrizione, mi sono affidato all'epigrafista dott.ssa Lucia Rainone per sciogliere le abbreviazioni e le convenzioni epigrafiche, grazie al cui aiuto ho tradotto come segue:
A Dio Ottimo Massimo, poiché appartenesse a loro, da dove le anime dei fratelli fossero purificate, Antonio Nicola Conti, Prefetto della Congregazione, procurò un rifugio di pietra.
A quanto pare Antonio Nicola Conti, priore della Congregazione della Visitazione e Morte dal 1834, nel 1851 rese disponibile un rifugio (in senso figurato) in pietra al di sotto della Chiesa Madre con l'obiettivo di purificare le anime di tutti i fratelli. Come si rileva da una doppia scrittura privata del 1° gennaio 1851, quei due locali attigui vennero infatti locati per dieci anni dalla confraternita al Comune di Capracotta per istituirvi il corpo di guardia urbana, «ritraendosi il pigione di annui docati quindici». In un altro foglio, datato 31 ottobre 1855, si fa menzione anche degli altri bassi, affittati a un canone di 6 ducati annui; il terzo fondaco fu infatti locato al canonico don Gaetano Vizzoca e l'ultimo venne invece affittato da Andrea Ferrelli. Stando così le cose, si potrebbe dire che, tra il 1851 e il 1860, la polizia di Capracotta non solo fermava e arrestava i presunti criminali ma ne purificava anche l'anima, chissà con quali mezzi.
Francesco Mendozzi
Bibliografia di riferimento:
A. N. Conti, Memoria per la laicale Confraternita della Visitazione e della Morte eretta in Capracotta, Festa, Napoli 1859;
F. Mendozzi, Guida alla letteratura capracottese, vol. I, Youcanprint, Tricase 2016.