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Fantozzi, un cognome capracottese per il ragioniere di Paolo Villaggio


I ragg. Filini e Fantozzi del grande schermo.

Era il 27 marzo 1975 quando il primo episodio di "Fantozzi" usciva nelle sale italiane. Diretto da Luciano Salce, il film diede l'avvio a una saga che avrà un successo straordinario. La pellicola, infatti, traeva spunto dall'omonimo romanzo, tra il comico e il grottesco, scritto nel 1971 da Paolo Villaggio (1932-2017), e ad oggi detiene il 49º posto nella classifica dei film italiani più visti di sempre con 7.755.046 spettatori paganti. Dirò subito che a mio avviso "Fantozzi" è un capolavoro, un film che descrive meglio di qualsiasi altro, attraverso metafore e iperboli, l'italiano medio.

Libro e pellicola raccontano infatti la storia di un umile e sfortunato impiegato che lavora indefessamente per una multinazionale (la "Megaditta") e che conduce una vita - familiare e lavorativa - fatta di frustrazioni ed angherie. Il ragionier Ugo Fantozzi è sposato con Pina, donna sciatta e remissiva, e ha una figlia di nome Mariangela, derisa da tutti per la sua bruttezza.

Per noi capracottesi, però, Fantozzi non è soltanto il personaggio creato dal grande attore genovese ma rappresenta un cognome piuttosto diffuso, presente a Capracotta da tempo immemore. Stando a un'intervista rilasciata da Paolo Villaggio, Fantozzi era un suo collega al tempo in cui lavorava come impiegato alle acciaierie di Genova. Questo collega di Villaggio era, tra l'altro, un grande organizzatore di viaggi ed eventi aziendali, ruolo che nelle opere di finzione spetterà al rag. Silvio Renzo Filini, magistralmente interpretato sullo schermo da Gigi Reder (1928-1998).

Una domanda sorge spontanea: c'è una qualche possibilità che il vero collega di Ugo Villaggio all'Italsider avesse origini capracottesi? Spero che qualcuno voglia aiutarmi in questa divertente ricerca...


Francesco Mendozzi

 

Bibliografia di riferimento:

  • F. Mendozzi, Guida alla letteratura capracottese, vol. II, Youcanprint, Tricase 2017;

  • P. Villaggio, Fantozzi, Rizzoli, Milano 1971.

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