«Qui fa freddissimo, più che a Roccaraso». La citazione in "Quo vado" è valsa alla località sciistica abruzzese una notorietà superiore a ogni attesa. La gratitudine del paesino di 1.630 anime è stata tale che Checco Zalone ne è diventato quasi cittadino onorario: «Non mancheremo di conferirgli un riconoscimento. Lo aspettiamo con ansia», spiega il sindaco Francesco Di Donato. Il perché è presto detto: «Sono convinto che le ricadute turistiche le vedremo sia nel breve che nel lungo termine».
Quando per diventare celebri basta una battuta di un film di successo.
Sempre all'ultimo Zalone deve dire grazie Abano Terme, citata nella colonna sonora: «I bidelli cantavano e per un raffreddore gli davano 4 mesi alle terme di Abano, con un'unghia incarnita eri invalido tutta la vita». Anche qui, il sindaco ha invitato Checco per sdebitarsi: soggiorno e cure termali inclusi.
Il fenomeno è antico quanto la commedia all'italiana, e ha avuto conseguenze curiose. Chi non ricorda la battuta di Totò: «Sono un uomo di mondo, ho fatto tre anni di militare a Cuneo»? Ma forse non tutti sanno che nel capoluogo piemontese è nata un'associazione, con tanto di sito internet, che sotto il nome di "Uomini di mondo" raccoglie tutti coloro che, anche per poco, hanno prestato servizio militare (o civile) nel cuneese.
I film di Nanni Moretti hanno regalato la celebrità a quartieri di Roma poco noti fuori dalla Capitale: nell'indimenticabile passeggiata in vespa di "Caro diario" salva Spinaceto («Pensavo peggio, non è per niente male»), e boccia Casalpalocco («Trent'anni fa Roma era una città meravigliosa, perché siete venuti a vivere qui?»).
E se il rione Ovo Sodo, prima dell'omonimo film di Virzì, era noto solo ai livornesi, a Norcia, borgo umbro celebre per i suoi insaccati, è nata una salumeria intitolata al personaggio interpretato da Gassman nel film di Monicelli: Brancaleone da Norcia, l'arte della norcineria dal 1200.
Spesso, nelle pellicole in questione, i luoghi menzionati (e resi immortali) neppure si vedono: solo evocati, diventano comunque tormentoni. Un esordiente Carlo Verdone, goffo ragazzone trasteverino in "Un sacco bello", deve raggiungere la madre a Ladispoli, ma l'incontro con una ragazza spagnola in vacanza lo spingerà a rinviare la partenza all'infinito («Porta lei a Ladispoli no?». «Ma che sei matto, ce sta mi' madre»).
Anche Gavinana, il borgo del pistoiese dove Ugo Tognazzi-alias conte Mascetti ha spedito moglie e figlia in "Amici miei", nel film è solo un'inquadratura piena di neve alle spalle di Milena Vukotic («Posto pubblico di Gavinana? Mi passi mia moglie». «Mezzo metro di neve. Come si fa? Ci s'ha solo le scarpe da ginnastica»).
C'è chi ha paragonato Zalone ad Alberto Sordi per la sua capacità di raccontare l'uomo comune, con i suoi pregi e i suoi difetti. E anche per la forza delle sue battute, capaci di rendere oggi diremmo virali cose e luoghi prima sconosciuti. E se Roccaraso spera, grazie a Checco, in un aumento di prenotazioni, nel '57 il Sordi di "Il conte Max" aveva fatto altrettanto per una località sciistica molisana da 900 abitanti.
Al nobile decaduto interpretato da Vittorio De Sica Sordi, edicolante che sognava il bel mondo, spiegava: «Per le vacanze vado a Capracotta, la chiamano la Cortina degli Abruzzi». E Capracotta non dimentica: 60 anni dopo c'è ancora l'hotel Conte Max.
Maurizio Di Fazio e Chiara Ugolini
Fonte: M. Di Fazio e C. Ugolini, Quo vado? A Roccaraso! Tutti i borghi resi celebri dalla battuta di un film, in «La Repubblica», Roma, 10 gennaio 2016.