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Il lodo San Luca


L'eremo di San Luca (foto: N. Mendozzi).

Nel linguaggio giuridico il lodo è una sentenza emessa collegialmente dagli arbitri di una vertenza. Come avrete capito dal titolo di questo articolo, sul banco degli imputati oggi vi è San Luca. Ovviamente non mi riferisco all'Evangelista, che mai potrebbe esser sottoposto al fallace giudizio umano, bensì all'omonimo sito che sorge là dove convergono i confini di Capracotta, Pescopennataro e Sant'Angelo del Pesco. In quel preciso spazio insistono tre realtà che stanno a cuore ad ogni altomolisano: Monte San Luca, l'eremo di San Luca e la Chiesa di San Luca.

Per quanto riguarda il primo sito non vi sono dubbi che esso svetti a 1.584 m. all'interno dei confini amministrativi di Capracotta, tant'è che tra i suoi faggi ed abeti si snoda anche un bellissimo anello turistico facente parte dello stadio di sci di fondo "Mario Di Nucci".

Nel secondo sito devesi far rientrare tanto l'abituro dell'eremita quanto la chiesetta rupestre, entrambi ricavati da uno sgrottamento naturale del Monte San Luca. L'ultimo asceta conosciuto che abitò quelle impervie cavità è il capracottese Gaetano Fiadino (1880-1933), che altre opere ha innalzato nel nostro paese (come la croce stazionaria di via Guglielmo Marconi) e che spesso scendeva in paese per questue ed elemosine. Il credo popolare vuole che questo eremo sia nel territorio di Pescopennataro o di Sant'Angelo del Pesco, a seconda di chi sia l'interlocutore col quale state discorrendo.

Il terzo sito è invece una chiesa novecentesca, spaziosa, gradevole, ben inserita nell'ambiente naturale circostante e alle cui spalle è possibile godere di una vista mozzafiato che, in particolari giornate, spazia fino ai frontalieri Balcani. Anche qui il sentimento comune che va per la maggiore afferma che la Chiesa di San Luca sia stata edificata sul territorio di Sant'Angelo del Pesco, nonostante siano gli abitanti di Pescopennataro a goderne, soprattutto in vista della grande festa annuale del 10-11-12 settembre.

Ora, per risolvere il lodo arbitrale sono necessari dati statistici, amministrativi e geografici. Insomma i fatti debbono essere incontrovertibili. Ed io userò infatti la geomatica per tentare di metter fine a questa storia.

La sentenza è una, cristallina come l'acqua sorgiva: l'intero complesso eremitico di San Luca è nei territori di Capracotta e Sant'Angelo del Pesco.

Con buona pace dei pescolani - alcuni dei quali inveiranno contro di me - la sentenza appena emessa proviene dall'analisi geomatica effettuata col sistema GIS (con software QGIS) su dati forniti direttamente dall'Istat. Vi sto parlando dello shapefile ufficiale codificato in UTF-8 contenente i confini amministrativi italiani che l'Istituto nazionale di Statistica aggiorna ogni anno e che mette a disposizione di chiunque in modalità open source.

C'è un però. L'avvertenza riguarda il fatto che «la scala non è certificabile uniformemente dall'Istat, poichè le basi di acquisizione utilizzate (principalmente foto aeree ed altra cartografia) provengono da fonti e scale differenti, che variano tra ambito urbano ed ambito extraurbano». Il che significa che il livello di attendibilità è pressoché totale quando si parla di centri abitati, mentre risulta parziale allorquando riguarda le campagne. C'era da aspettarselo.

Il dubbio più grande riguarda proprio il confine che corre lungo il costone roccioso di Monte San Luca, per il quale approfondirò attraverso le carte comunali di Capracotta e Sant'Angelo del Pesco. Stando all'ultima ricognizione tecnica ufficiale, datata ottobre 1728, «la linea delimitatrice fu tracciata dall'ingresso dello speco dedicato alla venerazione di S. Luca ai due culmini denominati Montetti di Carovilli», il che sembra favorire la tesi secondo cui la chiesa rupestre sia da ascrivere al territorio di Capracotta.



Ciononostante ci tengo a ribadire un concetto ripetuto tante volte in altre sedi: i presìdi religiosi di San Luca sono affare di Pescopennataro e dei suoi abitanti, perché la fede, quand'è sincera, quando non è inquinata dalla gelosia e dalla meschinità, vince sempre sulla ragione e ancor più sulla tecnica, assassina del nostro tempo. Del pari confermo quanto scritto sinora, per cui l'eremo di San Luca va ascritto a Capracotta, la chiesa tra i monumenti religiosi di Sant'Angelo del Pesco.

Siccome da oggi mi sarò attirato parecchie antipatie, rispondo con le parole di san Luca Evangelista: «Guai a voi quando tutti gli uomini diranno bene di voi».


Francesco Mendozzi

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