Ah, Capracotta! Il paese col record mondiale di quantità di neve caduta in 24 ore (2 metri e mezzo). «Torna a vederla con la neve» mi dicono, ma a me è sembrata bella anche così.
Dunque, siamo in un paese di 800 abitanti a 1.421 m.s.l.m. Il nome fa ridere, soprattutto se associato alla tradizione fondamentale, la Pezzata, sagra a base di carne di pecora. Ma l'origine del nome è ben più altisonante, anzi altiTonante: è un riferimento al capro sacrificato dai Longobardi, fondatori del villaggio, al marvelliano dio Thor. Figata.
Meraviglie naturalistiche (l'enorme Prato Gentile, il curatissimo Giardino della Flora appenninica ecc.) a parte, due cose stupiscono di Capracotta: come un paese sia risorto dalle ceneri (interamente raso al suolo dai tedeschi in ritirata - e tra le vittime la torre dell'orologio, il monumento forse più antico, oggi un murales -, poi ricostruito con cura) e quella pavimentazione che porca miseria manco al Campidoglio a Roma! Cioè: volute e ghirigori, elementi geometrici e trionfi paramosaicali (parola inventata) di sampietrini variopinti a decorare ogni strada, angolo, pertugio, finanche il classico vicolo cieco di paese, quello che finisce dentro la casa di qualche vecchio solo che manco c'ha l'acqua corrente. È un paese che si dà un tono, perché può darselo. È località sciistica prediletta pei ricconi romani. Diciamo che i soldi non mancano in città. Beati loro.
Segnalo sedie appese ai muri, cavalli giocattolo in carrozzina, angoli per il ristoro (anche mio e di Roberta Tanno) pensati egregiamente, con vecchie sedie, panche e bancali, la pulizia, la "doppia" chiesa settecentesca di Santa Maria in Cielo Assunta e del patrono San Sebastiano, la vista ovviamente mozzafiato e altre cose che non ricordo. È già pomeriggio inoltrato, si riparte.
Lorenzo Di Maria
Fonte: https://www.facebook.com/, 12 agosto 2020.