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L'Oratorio di Natale


Dettaglio dell'organo ligneo di Capracotta (foto: A. Mendozzi).

Con il titolo di "Oratorio di Natale" si intende la raccolta dei brani in esecuzione durante le funzioni religiose relative alle festività natalizie.

Nella tradizione capracottese l'Oratorio si articola tramite la Messa "Tempore Natali" ed il "Te Deum" cantato alla funzione di fine anno. L'esecuzione, in origine aperta dalle celebrazioni della "Notte", si concludeva con la funzione della "Candelora", data alla quale, tradizionalmente, venivano anche spente le luci del presepe.

La Messa si dipana con la presentazione di: Kyrie, Gloria, Offertorio, Sanctus e Communio.

Preceduto dall'ingresso solenne accompagnato dall'esecuzione organo solo di "Tu scendi dalle stelle" (tonalità di sol maggiore), il Kyrie (in tonalità fa maggiore) si basa anch'esso sul tema di "Tu scendi dalle stelle". Questa melodia viene anche chiamata dagli organisti "Tema di S. Alfonso" ed è alla base di quasi tutte le melodie natalizie organistiche italiane a partire dal XVIII secolo (in realtà il tema più arcaico, sempre del Santo, e sulla falsa riga, fu "Quando nascette Ninno").

L'indicazione delle tonalità è importante per l'azionamento alternato dei registri natalizi, tipici degli organi italiani settecenteschi, di "Regale" o "Cornamusa" che a Capracotta viene chiamato "Scopina". Una canna ad ancia suona fissa sulla quinta della tonalità fondamentale ad imitazione del tenore tipico della zampogna.

Il Principalone dispone di due "Scopine" nascoste dietro gli angeli posti ai lati del prospetto suonanti la tromba. La destra emette il suono di do (quinta del fa maggiore) da usare nei ritornelli organistici del Kyrie, il Gloria ed il Sanctus, mentre la sinistra risuona sul re (quinta del sol maggiore) da usare con l'ingresso e i ritornelli della "Pastorale", anch'essa in sol maggiore. Il Gloria ricalca il tema del Kyrie con una variazione in sol minore durante il fraseggio del "Miserere" per accentuare il carattere di supplica. La voce bianca "Laudamus Te" ricorre in ogni strofa ad esaltare la Gloria del Signore.

Il Sanctus ripete ancora con il tema principale con una variazione in do settima per esaltare il "Pleni sunt Coeli" e preparare l'esplosivo "Hosanna!". Manca il fraseggio relativo al "Benedictus", come anche il canto dello "Agnus Dei", molto probabilmente a causa del testo mal adattabile alla melodia portante.

Sconosciuto l'autore della "Missa", come ignota è l'epoca di composizione, probabilmente tra il XVIII e il XIX secolo. Alcune soluzioni armoniche potrebbero far rabbrividire i "puristi" ma sono così profondamente penetrate nel sentire popolare che, tentando un piccolo e brevissimo esperimento di "raddrizzamento" più consono dell'armonia, notai come l'uditorio andasse in crisi e non si riconoscesse in ciò che ascoltava.

Il canto di Offertorio è a scelta libera del direttore e dell'organista. Personalmente ho sempre amato l'esecuzione della ninna nanna di Settimio Zimarino, "Alla fredda tua capanna", che, se ben eseguita, fa uscire le lacrime dagli occhi del coro e non solo per la commozione ma per il fa superiore del rigo notevolmente impegnativo per le voci soprane e da "scalare" con un deciso salto di quarta.

Conosciuta come "La pastorella" o "La pastorale", la "Ninna nanna al Bambino Gesù" è l'elemento portante e più solenne della Messa di Natale. Eseguita sub Communio, è il simbolo di tutta la comunità capracottese, scopertasi bambina, e raccolta attorno alla mangiatoia. Poche note trasmesse anche in diretta per telefono, a chi era ed è lontano, suscitano una profonda commozione mista a voglia di tornare.

Composta per la parte musicale da Alfonso Comegna, cantore della Chiesa Collegiata, su versi del medico Giuseppe Di Ciò, si articola su sei strofe (e guai incombono se si cerca di eseguirne di meno!) con variazioni dal sol maggiore al sol minore, che predomina nell'ultima sentitissima strofa. La struttura fondamentale è intercalata dalla voce bianca che ricalca il "Tema di S. Alfonso". Sicuramente la struttura principale risale alla seconda metà del XIX secolo e molto probabilmente venne suonata per la prima volta dall'allora organista, il celebre Giangregorio Falconi, che fu titolare dal 1854 al 1899, anno della sua morte. I ritornelli di organo vennero invece aggiunti nel XX secolo dal maestro prof. Giuseppe Di Lullo, custode della melodia (trasmessa ad orecchio) che la affidò successivamente all'avv. Serafino Trotta ed al sottoscritto.

A nostro modo abbiamo cercato di dare una impronta personale alla "Ninna nanna": più classicheggiante il sottoscritto e più popolare - per questo forse più veritiera - l'avv. Trotta.

L'impronta dialettale appare tra i versi «fa la nonna», poiché le donne capracottesi di allora cantavano "ninna nonna". Un tentativo di stesura in musica (in tempo ternario di 12/8vi tipico delle pastorali), compresa la messa, appartiene al sottoscritto a partire dagli anni '80.

Attuale custode la maestra Antonella Inno, titolare organista e direttore del coro polifonico della Collegiata.

Prodigioso l'attaccamento dei fedeli alla loro nenia: durante un veglione di Capodanno, in una sala da ballo, alle tre di notte, venni affettuosamente ma con decisione "invitato" ad andare a dormire di corsa perché la Messa Solenne del giorno, ed in particolare la Pastorale, potessero essere da me eseguite senza problemi.

Il solenne "Te Deum" domina la funzione serale dell'ultimo giorno dell'anno. Su base pseudogregoriana si erge possente in tonalità inconsueta per l'organo della Collegiata (si maggiore) con variazioni. Ignoti l'autore e l'epoca, che si perde nella notte dei tempi.

Non una semplice preghiera ma un inno verticale che solo la gente di montagna può pemettersi caparbiamente e con forza di rivolgere al Creatore. Le accentazioni delle parole vengono fatte risaltare dalla melodia del canto che si dipana alternatim tra solista e coro.

Altri ricordi di un organista di paese verranno, se vorrete, presentati a Voi in un turbinìo di memorie che amo chiamare "polvere di cantoria".

Buon Natale 2021...


Francesco Di Nardo

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