Nei folti boschi che coprivano gli alti monti che circondano Capracotta, molti pastori solevano portare i loro animali al pascolo.
Giravano continuamente, d'estate e d'inverno, senza mai fermarsi. Stanchi di questa vita, un giorno decisero di porre la loro stabile dimora al di sotto di quei monti.
E così fecero.
Ogni famiglia costruì la sua casetta e a poco a poco sorse un villaggio, naturalmente un villaggio piccolo, con poche case e poca gente. I pastori erano contenti di essere pochi, perché questo dava loro una maggiore tranquillità. Alla borgata ora bisognava dare un nome. Quale?
I pastori si riunivano ogni sera, nello spiazzale davanti alle case, per discutere sul nome da dare al villaggio ma ogni volta si lasciavano senza aver deciso nulla. L'aria era rigida e per attenuarne i rigori accendevano un fuoco attorno al quale poi si attardavano a discutere. Pensavano ad un nome che si riferisse ai boschi, alla rigidezza del clima, ai monti alti, ma ogni volta che credevano di aver trovato, ricominciavano da capo.
Passavano intanto i mesi, senza che riuscissero a trovare per il loro paese un nome che lasciasse tutti soddisfatti.
Ormai il piccolo villaggio sembrava destinato a rimanere senza nome quando una sera, da un angolo, sbucò improvvisamente una capra; essa si fece largo tra i pastori incuriositi, si fermò davanti al fuoco, spiccò un salto e cadde nel fuoco, poi con un balzo improvviso ne uscì fuori e si allontanò lentamente dalla parte opposta da cui era venuta.
I pastori la seguirono con lo sguardo fino a quando disparve ai loro occhi. Cercarono di rintracciarla, ma ogni loro ricerca fu vana. La capra non c'era in nessun luogo. Ritornarono attorno al fuoco e cercarono di interpretare l'accaduto. Era chiaro che si trattava di un segno divino.
Uno dei pastori, quello che più si era opposto ai nomi trovati dai loro compagni, propose allora di chiamare il paese Capracotta.
Questa volta non ci furono discussioni né opposizioni. La proposta fu accettata da tutti e così il nome fu trovato. Lo stemma del Comune ne ricorda il modo: una capra che salta sul fuoco.
Il 16 giugno i capracottesi si recano fuori del loro paese, per rivivere il clima di pace e tranquillità di quei tempi lontani e ripetono la scena della capra che salta sul fuoco, da cui ancora credono che abbia avuto origine il nome con cui è stato indicato il loro paese.
Renato Lalli
Fonte: R. Lalli, Il Molise tra storia e leggenda, Casa Molisana del Libro, Campobasso 1966.