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La pallavolo a Capracotta


Spettatori al torneo di pallavolo a S. Giovanni nel 1979 (foto: C. Di Bucci).

Mi capita a volte, ricordando i bei tempi passati della prima giovinezza, di pensare a quelle persone importanti per me, che hanno contributo al rafforzamento e alla crescita della mia autostima, aiutandomi ad emergere in qualche attività sportiva o lavorativa.

Bene, in quelle occasioni, la prima persona che mi viene in mente è il mio innovativo insegnante di educazione fisica delle scuole superiori: Michelino Potena.

Non mi considero retorico né ossequioso nell'affermare che è stato un insegnante effettivamente precursore dei tempi attuali, avviando gli alunni a molteplici attività sportive ed agonistiche attualmente in voga.

Durante l'anno scolastico 1969/70 la piacevole sorpresa degli studenti dell'I.T.I.S. di Agnone fu il giovane insegnante di educazione fisica.

Bisogna premettere che con i precedenti insegnanti di educazione fisica, le attività ginniche erano costituite prevalentemente da noiose flessioni e divertenti partite di calcio. Grazie a Michelino ci appassionammo alla pallavolo!

Dopo i primi rudimenti del palleggio, bagher e schiacciate, in primavera, grazie ai suoi suggerimenti nella scelta della "tempistica" nel gioco, cominciarono a vedersi i primi risultati positivi.

Frequentemente venivano svolte delle partite di pallavolo fra le classi di sede dell'I.T.I.S. Senza presunzione posso affermare che io e mio fratello Filippo formammo una coppia solidale tra un alzatore e un formidabile mancino, schiacciatore.

A quel tempo Agnone era un "formicaio" di studenti tra scuole elementari, medie, tecniche (I.T.I.S. meccanica maschile e femminile), professionali (meccanica ed elettrotecnica), liceo scientifico.

I docenti di educazione fisica, in occasione della festa del santo patrono (san Cristanziano) organizzarono un mini torneo tra le varie scuole superiori, da svolgersi nella piazza principale di Agnone (quadrivia).

È facile immaginare lo stupore dei cittadini agnonesi nel vedere trasformata, seppure per un giorno, la loro piazza principale in un campo sportivo gremito da tifosi appassionati.

Bene, non so per quale motivo, la squadra di pallavolo dell'I.T.I.S. era costituita da sei capracottesi (Mario, Filippo e Sebastiano Di Tella, Diodato DeI Castello, Pasquale Di Lullo e Michele Carnevale). Peccammo di campanilismo? Senza tirarla alla lunga il trofeo fu vinto dall'I.T.I.S.

Ormai la pallavolo aveva fatto proseliti tra i vari studenti delle scuole professionali, ma io e Filippo facemmo veramente nostra qusta disciplina al punto da "esportarla" al di fuori dei confini scolastici.

Infatti, dopo la chiusura delle scuole, a Capracotta, si organizzarono varie sfide di pallavolo coinvolgendo i paesi limitrofi. La squadra si completò con l'innesto in squadra di Lucio Fiadino (schiacciatore), Lucio Carnevale (libero), Vincenzo Pettinicchio, Alfonso Monaco (padre Alfonso), Michele (sacerdote), Lucio (infermiere ad Agnone).

Da quell'anno il nostro paese ebbe per tre anni la squadra di pallavolo "Sci Club", invidiata dai paesi sangritani e dell'Alto Molise. L'organizzatore delle partite era Michelino; il coordinatore di gioco della squadra ero io.

Bastava tirare una rete tra le case per "attrezzare" un campo da gioco dinanzi allo Sci Club o in piazza San Giovanni di fronte alla fontana. Durante le partite tutta la cittadinanza si raccoglieva a sostenerci.

I balconi e finestre gremiti di tifosi diventavano gli spalti: era un vero spettacolo! Voglio precisare che alcune regole attuali, basate principalmente sulla velocità, hanno ben poco a vedere con quelle da noi praticate.

Creammo una squadra veramente affiatata, basata sulla conoscenza delle nostre peculiarità individuali e così si rapportava sempre il proprio intervento a quello dei compagni di gioco.

Ottenemmo risultati strabilianti! Sono convinto che, grazie alla pazienza e alla lungimiranza degli insegnanti scolastici di Miche1ino abbiamo compreso che per sfruttare al meglio le nostre potenzialità agonistiche, di cui ognuno disponeva, bisognava fare squadra aiutandoci a vicenda durante le partite.

I migliori schiacciatori erano mio fratello e Lucio Fiadino. Per schiacciare in modo ottimale, però, entrambi desideravano che la palla arrivasse loro secondo traiettorie diverse. Io ero l'alzatore di Filippo e Lucio Carnevale di Lucio Fiadino.

Avendo degli ottimi schiacciatori avevo suggerito ai miei compagni, in qualità di coordinatore, di effettuare la famosa ''battuta a cucchiaio": mano aperta facendo in modo che il pallone andasse nella zona della squadra avversaria.

Così facendo avevamo mezzo punto assicurato. Chi non metteva in pratica questa battuta era padre Alfonso, avendone inventata una personale molto originale: la ''battuta a campanile" con re1ativa rotazione della palla (secondo me ci metteva anche qui un riferimento religioso). In tantissime partite di volley seguite in TV non ho mai assistito a battute del genere.

Padre Alfonso si posizionava ortogonalmente alla rete e colpiva la palla dal basso verso l'alto (con il palmo a taglio) oltre la mezzeria. Alla palla veniva impressa una rotazione impressionante con l'aggiunta dell'altezza di circa 8 o 9 metri. I ricevitori della squadra avversaria rimanevano disorientati.

Quando l'avversario ricevente, con il bagher, cercava il passaggio al proprio compagno, la palla gli schizzava letteralmente o sul petto o sul viso. Con questa battuta erano assicurati almeno due o tre punti!

Nell'anno scolastico successivo Michelino ebbe la nomina in un'altra scuola. Ebbe inizio un campionato studentesco a Isernia e gli onori del lavoro da lui svolto andarono al suo sostituto.

Durante il mese di luglio Castel di Sangro organizzò un torneo cittadino di pallavolo ma mancando loro una squadra per completare il girone da 12 fummo invitati a partecipare.

Ben undici squadre locali e la "forestiera" Sci Club Capracotta.

Si creò una "sana competizione": le squadre di Castel di Sangro non vedevano l'ora di buttarci fuori dai play-off per fare la finale tra di loro.

A tale proposito un pomeriggio fummo costretti a giocare due partite di seguito con due squadre differenti, in quanto il comitato (a suo dire...) aveva constatato un'anomalia nell'iscrizione di un nostro compagno.

Ci consigliarono di scegliere un pomeriggio per rigiocare una partita già vinta in precedenza, o previa partita persa a tavolino.

Lo stupore fu evidente quando comunicammo loro che avremmo giocato il pomeriggio stesso, dopo aver saldato i conti con la squadra prestabilita in orario.

Inutile dire che... si vinse di nuovo!

La squadra aveva anche una mascotte che saltuariamente ci accompagnava nelle suddette trasferte: Loreto Di Nucci.

Fu un'estate veramente felice! La nostra Cinquecento rossa ci scorrazzava fra i boschi fino a Castel di Sangro.

Non era molto felice, però, nostro padre in quanto era periodo di raccolta del fieno e la pallavolo sottraeva quattro braccia vigorose ai lavori agricoli di famiglia.

Ecco un aneddoto simpatico. A Castel di Sangro abitava un compaesano che veniva a sostenerci con il suo tifo tutte le volte che disputavamo una partita.

Inutile dire che gli toccava sorbirsi tutti i sani sfottò canzonatori dei sangritani.

Il suo malumore, però, veniva poi lenito dalle nostre vittorie.

Prima di una partita, alcuni suoi conoscenti sangritani l'avevano apostrofato neI seguente modo:

– La tua squadra, oggi, si scioglierà come neve al sole con il "ghibli"!

– Il ghibli... e che è? L'asciugacapelli del ciuffo dei cammelli?

– Non fare il filosofo, il ghibli è il vento caldo del deserto che raggiunge 40 gradi.

– Guarda che a noi di Capracotta il caldo non fa assolutamente niente, anzi noi lo cerchiamo come refrigerio. Siamo così abituati al freddo... Anzi, vi voglio dire di andare a mettervi le canottiere tu e i tuoi amici, perché adesso che inizieranno le schiacciate si verificheranno degli spostamenti d'aria simili alla voria fredda di Capracotta che fa battere i denti. Non vorrei che vi ammalaste, anche se la giornata è calda!

Bene, si andò alla finale: Sci Club contro una squadra di Castel di Sangro. Con vero disappunto dei sangritani la coppa fu vinta dallo Sci Club. Nei tornei successivi, Castel di Sangro non ci ha più invitati.

Forse il numero delle squadre che formavano i tornei erano pari?

La coppa vinta dovrebbe essere presente, anche se difficile da individuare, tra le molteplici coppe dello sci poste nella sede dello Sci Club.

La mia partecipazione ai vari tornei di pallavolo terminò nell'agosto 1973 con la partita T.N.T. e Sci Club, durante la manifestazione della Pezzata. I T.N.T. erano una squadra "coriacea" sia a pallone che a pallavolo.

Un ottimo schiacciatore era Paolo (di Lecce), c'erano poi Vincenzo Pettinicchio e Lucio Carnevale.

Una curiosità. La squadra dello Sci Club era formata solo da coppie di fratelli: Fiore e Pasqualino Mendozzi, Paolo e Loreto Di Nucci, io e mio fratello, Alfonso e Angelo Monaco.

Durante quell'ultima partita, si verificò un evento pittoresco: il baldacchino dell'arbitro, posto in prossimità di un palo che sorreggeva la rete, subì l'urto di un atleta.

L'arbitro prontamente si aggrappò al palo e dolcemente, durante il ribaltamento, mentre si trascinava la rete e l'altro palo, fu accolto tra 1e braccia di noi atleti accorsi prontamente per attutirne la caduta.

Andò tutto bene e vinse di nuovo... l'istituzione: il nostro beneamato Sci Club. Con la Pezzata terminavano le partite a pallavolo ed iniziavano i tornei di calcio sia cittadini che extracittadini.

Concludo il mio ''amarcord" con un... grazie Michelino!


Mario Di Tella

 
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