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Un prete diventato "vecchio" rimanendo giovane


Don Costantino Carnevale (1913-2017).

Ho un fratello prete, si chiama don Tonino ed è stato amico di studi del Vescovo di Sulmona monsignor Angelo Spina.

– Conosci monsignor Spina? Allora saprai anche quanti anni ho io!

È cominciato così il mio colloquio con don Vincenzo Costantino Carnevale, un arzillo e "giovane" sacerdote della parrocchia di Cristo Re a Sulmona (AQ), che ho conosciuto solo per caso poco prima della celebrazione della messa in una domenica infuocata del mese di luglio dello scorso anno.

Questo sacerdote, di umorismo schietto e pronto, mi accolse con un sorriso chiedendomi dapprima quale fosse il capo del Governo degli ultimi tempi che mi piaceva di più. Dopo aver ascoltato la mia risposta mi confidò che aveva le stesse mie idee. Poi, facendosi più serio, disse che durante l'amministrazione del Sacramento della Penitenza non amava troppo chiedere quali fossero i peccati che si ricordano. Per lui chiedere il perdono a Dio e inginocchiarsi davanti al sacerdote per l'assoluzione è già un atto di grande umiliazione e di riconoscenza per gli errori commessi. Per questo, nella mia sparuta occasione di potermi confessare da lui, gli venne più facile bisbigliare, con una voce tenue, che ogni penitente deve ascoltare bene in silenzio la voce della propria anima per riconoscere gli errori.

– I tuoi errori li dico io, tu dovrai solamente confermare con un sì o con un no.

Don Costantino ha compiuto 100 anni e ancora celebra la Messa tutte le mattine ed è un punto di riferimento per l'intera comunità parrocchiale. Un uomo rigoroso e prete comprensivo nato il 5 aprile del 1913 a Capracotta (in provincia di Isernia). Tutta la propria vita è trascorsa a servizio degli altri con l'altruismo e, nonostante l'età, è sempre disponibile e ha sempre una parola di simpatia per chiunque. Don Carnevale ama viaggiare, partecipa ai ritiri spirituali e di preghiera organizzati in tante comunità italiane. Chissà se lo vedremo qualche volta a Vieste, magari con monsignor Spina che molti di noi hanno conosciuto durante il convegno tenuto due anni fa sulla figura di Celestino V nella vetusta Chiesa di Santa Maria di Merino. A chi gli chiede quale sia il segreto per arrivare a 100 anni con uno spirito ancora così battagliero, egli risponde con un sorriso che è goloso di caramelle alla menta, Sembra però che la longevità sia un "vizio di famiglia": sua madre morì a 100 anni, e un fratello, che vive a Isernia, da poco ha compiuto "solo" 104 anni.

Auguri don Costantino. La comunità viestana non ti conosce, ma ti assicuro che l'averti incontrato è stato per me davvero un piacere perchè mi hai insegnato che il prete, per essere amato, deve avere due grandi doti: la povertà e il sorriso.


Bartolo Baldi

 
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