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Ragioni per l'Università della città d'Agnone


Planimetria delle contrade del Verrino in territorio di Agnone, 1896.

Il Verrino largo 10 palmi e profondo mezzo palmo, impropriamente è detto fiume, dovendo per la sua picciolezza dirsi rivo. Esso viene formato da tre sorgenti dette il fonte delle Moree, il fonte delli Cimenti ed il fonte Verrino, che tutte e tre nascono nel feudo quaternato di S. Maria di Monte Capraro acquistato nel 1484 dalla Università di Agnone. Questo fiumicello per circa due miglia fluisce lungo quel feudo, come pure per l'altro detto di Lagovivo di proprietà della stessa Università, dal quale uscendo passa immediatamente per mezzo dei territori tutti demaniali da ambe le parti, appartenenti alla predetta città di Agnone, per il tratto di tre miglia circa fino ai confini delle Terre di Castelluccio e di Caccavone.

La Università di Agnone nella qualità di proprietaria di quelle acque fece varie concessioni a diversi per molini, ramiere e valchiere, e per lunghissimi anni rimase tranquilla padrona di esse. Ma il principe di Santo Buono Carmine Niccola Caracciolo nel 1698 se ne impadronì, per lo che l'Università di Agnone vedendosi spogliata de' suoi diritti, tosto nel 1736 ricorse al S. R. Consiglio per essere mantenuta nel possesso di quelle acque usurpate per violenza del principe. In questa difesa della Università tra le altre cose si fa motto pure di vari feudatari che furono signori di Agnone.


Camillo Minieri Riccio

 

Fonte: C. Minieri Riccio, Biblioteca storico-topografica degli Abruzzi, Priggiobba, Napoli 1862.

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