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Ricordi del Cutturiéglie


Via Majella, ovvero il cosiddetto Cutturiéglie.

La mattina presto si veniva svegliati al Cutturiéglie dai rumori.

Ricordo che c'erano le mucche di zio Pasquale Nigghióne che aspettavano per essere munte, poi si sentiva l'odore del pane fresco dal forno di zio Donato, il viavai di gente all'esattoria, le donne che sfaccendavano per casa.

Più giù c'era zio Antonio Caténa con il suo lavoro di guardiaboschi, e c'era zio Antonio Tavùte con il suo lavoro di ciabattino.

Papà lavorava nei boschi come taglialegna, e c'erano i falegnami di Ziòtte, nonni di compare Filippo, con le mucche, poi il mitico Manduccio il portalettere.

Paola ed io ci facemmo fare da zio Antonio il ciabattino un paio di racchette per poter giocare, ma davamo fastidio a zia Concetta, così Pulcheria ci disse che dovevamo fare meno rumore. Le risposi che la gioventù era gioiosa!

Casa nostra era sempre piena degli amici dei miei fratelli, che a pranzo rimanevano con noi a mangiare.

Mi fermo qui, alla prossima...


Elisa Carnevale

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