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Al tempo dei bagni nel Verrino


A. Zorn, "Girls Bathing in the Open Air", 1890, olio su tela.

Verso le sette del mattino, passeggiavo, fumando, lungo le sponde del fiume, quando da un poggiuolo, che si levava a cavaliere sulla limpida corrente, vidi un grosso e folto cespuglio ed ebbi vaghezza di andarmi a sedere fra quegli alti virgulti e quell'erba folta e molle che avriano certamente nascosto il mio poco sviluppato individuo, dandomi, così, agio di osservare, non veduto, i dintorni e scoprire le bellezze degli ameni vigneti che si stendevano a perdita d'occhio.

Ed ecco, da un vicino casino vedo scendere due giovani e simpatiche donne che vengono a bagnarsi in una vasca del fiume, proprio sotto i miei occhi veggenti ed invisibili nel tempo stesso. Che fare? Andar via? Avrei fatto arrossire le inconsapevoli bagnanti. Restare? E che mi avrebbe detto la morale, la morale a cui credo che resti ancora qualche significato? Né l'una cosa, quindi, né l'altra, e resto lì, accoccolato e muto, chiudendo ermeticamente gli occhi.

Entrate le donne nel fiume, dopo essersi alquanto divertite a scherzare coll'acqua e coi ciottoli, cominciano un benedetto discorso che piglia le mosse dal Santuario di Casalbordino e finisce nientemeno che all'amore dei rispettivi mariti.

– Il mio – dice una mi ama ancora come il giorno in cui mi diede l'anello nuziale.

– Il mio – risponde l'altra – mi ama anche di più, perché ogni di più va scoprendo in me pregi e bellezze che difficilmente si trovano in altre donne.

La prima, punta un po' nell'amor proprio, prontamente ed arditamente risponde:

– Questo è falso: se fosse vero, tuo marito ti avrebbe spontaneamente permesso il divertimento dei bagni, senza aspettare che glielo imponesse il medico, a tua viva premura.

E la seconda, punta ancor più dalla smentita, fieramente esclama:

– Mio marito non voleva mandarmi ai bagni, per non privarsi della mia presenza che tanto gli è cara: tuo marito, invece, ti ha consigliata, esortata, spinta quasi per forza ad uscir di casa, per godersi comodamente la compagnia della compiacente canzonettista napoletana che trovasi da più giorni nella nostra città e che...

A queste inaspettate parole, la donna che si crede tradita, dà un grido e, balzando dal fiume, si mette a correre all'impazzata ed in camicia: io non posso frenare un involontario movimento ed un attacco di riso che mi esce dai denti stretti come un sibilo: l'altra, credendo ch'io fossi un serpe che strisciasse e scendesse dal cespuglio, guizza anch'essa dall'acqua e, anche in camicia, si mette a correre verso la campagna e verso il casino, mentre l'umile e mortificato sottoscritto, riaprendo gli occhi, si mette ad osservare le prospettive... dei ridenti vigneti che si stendevano a perdita d'occhio!


Don Burloncino

 

Fonte: D. Burloncino, Al tempo dei bagni nel Verrino, in «Il Cittadino Agnonese», I:19, Agnone, 18 ottobre 1900.

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