Amarcord: "I fiori del paradiso" di Domenico Di Nucci
- Letteratura Capracottese
- 29 lug
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Aggiornamento: 12 ago

Domenico Di Nucci (anch'egli Minguccio) era un capracottese trapiatanto, da bambino, in Agnone, al contrario mio (agnonese trapiantato a Capracotta): entrambi fortemente legati al proprio paese di origine.
Il libro "I fiori del paradiso" è pieno di nomi, fatti, foto e ricordi della infanzia di Domenico, delle sue difficoltà ad ambientarsi in Agnone, poi lo studio, la sua partecipazione alla vita giovanile agnonese, in seguito la laurea, l'insegnamento scolastico, il matrimonio e l'adattamento totale, scrivendo alcuni libri, compreso questo, in cui sono citate decine di parenti, antenati e collaterali, essendo i Di Nucci - si potrebbe dire - un clan!
Minguccio va ricordato anche per essere stato, in età matura, il fondatore dell’associazione culturale "Amici di Capracotta".
Tra le molte foto contenute nel libro in esame, voglio mostrarne una, oltre a quella del fiore che ha dato il nome all’opera, cioè il trasporto forzoso del corredo della sposa (la dódda) dalla sua casa fino a quella dello sposo, non in canestri infiocchettati portati sulle teste di comari ed amiche, ma, a causa della neve che impedì il corteo, adagiata sulla traglia, una specie di slitta tirata da buoi infiocchettati.

La dódda trasportata era quella di Nina, cugina di mia moglie Antonia, diretta alla Fundióne, a casa dello sposo Michele Di Nucci, zio di Minguccio.
Franco Di Nucci, che ha scritto la prefazione al libro, parente di Domenico, anch'egli trapiantato in Agnone, dopo la laurea decise di continuare l'attività di famiglia: lavorare il latte. I suoi prodotti hanno vinto parecchi concorsi, anche internazionali. Franco ha realizzato, in Agnone, anche un moderno caseificio.
Zio Mario Di Nucci, uno degli otto fratelli del padre di Domenico, da giovane fu incluso nella squadra nazionale di sci delle Fiamme Gialle. Per la sua bella carriera sportiva, Capracotta ha intestato a lui la pista di sci di fondo di Prato Gentile che ha ospitato gare nazionali ed internazionali.
Chiedo scusa agli autori dei libri esaminati, ai loro parenti e ai lettori, di questo mio "Amarcord" realizzato in forma artigianale, manoscritto da me con grafia condizionata dalle cataratte. Per saperne di più bisognerebbe leggerlo!
Tonino Serafini