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Amore e gelosia (I)



Prologo

Elisa Avigliano, una bella ragazza di Nocera Inferiore: fu il tormento e l'estasi del grande poeta napoletano Salvatore Di Giacomo.

La conobbe così, quasi per caso, nelle silenziose stanze della biblioteca nazionale di Napoli, lei una fanciulla che frequentava il Magistero, lui un uomo già famoso, di circa 20 anni più grande di lei.

L'amò fin da subito, e insieme all'amore nacque immediatamente anche la gelosia: le scriveva lettere su lettere, litigavano, facevano pace per poi ricominciare a litigare, finché nel 1916 la sposò.

Nocera Inferiore fu teatro di questo amore e della conseguente gelosia del poeta: pensate, per le strade della nostra città si aggirava questo uomo ricco di pensieri fecondi e di sentimenti profondi, eppure in quei momenti in testa aveva solo lei, la sua Elisa Avigliano, una ragazza delle nostre contrade che lo aveva fatto innamorare perdutamente.

 

I

– Scusate... Siete voi il signor Di Giacomo, il bibliotecario... Il poeta?

Don Salvatore si voltò incuriosito: che voleva mò questa ragazza da lui?

Dritta come un fuso, «auta e scura», con un vestito rosso, o meglio, di un granato acceso, la peccerella teneva gli occhi calati a terra: si sentiva osservata e giudicata da quell'uomo famoso in tutta Napoli, che in tanti adoravano per le sue bellissime canzoni: don Salvatore Di Giacomo!

– Sì, sono io... Posso essere utile in qualcosa signuri'?

A Elisa sembrò che il respiro le mancasse, ma si fece forza e alzò gli occhi per guardarlo e parlare.

– No, è che... don Salvatore perdonatemi...

Non le riuscì di continuare e rimase lì, di nuovo muta.

Allora con fare paterno don Salvatore le venne in aiuto:

– Forse cercate qualche libro e non riuscite a trovarlo? Eeh, la biblioteca è davvero grande, capisco... e quale è il testo che dovete consultare? Vi aiuterò io, anche se stamattina a dirla tutta tengo nu cuofene 'e cose da fare!

Un sorriso accompagnò queste ultime parole, per stemperare un po' la situazione che si stava creando...

"Però," pensò in quel momento il poeta, "guardandola meglio, è propete na bella peccerella!"

La ragazza sembrò prendere coraggio, con un sospiro profondo che le alzò il petto suscitando ancor più l'ammirazione dell'uomo, finalmente disse ciò che voleva.

– Don Salvatore, mi dovete perdonare, io sto qui per studiare, devo concludere gli studi al Magistero e devo fare la tesi... L'argomento della mia tesi è... – E si interruppe ancora...

Don Salvatore le venne in soccorso un'altra volta:

– Bene, bene, vediamo... E allora, l'argomento della tua tesi è...?

E l'incoraggiò con un cenno della mano... ma quella non parlava, si stava zitta e lo fissava con occhi adoranti...

Uffa, queste ragazzine, che pazienza ci voleva!

– E allora? Facimme notte? – Sbottò il poeta.

– La mia tesi siete voi, Salvatore Di Giacomo il poeta napoletano!

"Gesù, chesta è n'ata! Mó mi perseguitano pure sul posto di lavoro! Sentene na bella canzone e s'innammorano o del cantante o dell'autore! Mó la licenzio subito!"

Don Salvatore stava per girare i tacchi e lasciare lì la ragazzina, ma si trattenne: c'era... Sì, c'era qualcosa di più negli occhi neri e grandi di quella giovinetta, qualcosa che senza che egli se ne accorgesse, era già penetrato in lui, e che ora gli impediva di lasciarla andare...

Si mise a ridere:

– Io sono la vostra tesi? Signuri', ne ho sentite tante, ma questa è davvero bella! Ma nun teniveve niente 'e meglio da penza'? Ci sono tanti scrittori, tanti poeti!

– No! Gli altri non mi interessano! Volete aiutarmi, signor Di Giacomo? I miei studi si concludono con una tesi su di voi, è deciso!

"Che caratterino! E che bella ragazzina! Chissà quanti anni avrà!"

Don Salvatore scacciò subito quei pensieri: quella poteva essere sua figlia, al massimo aveva 22-23 anni mentre lui andava ormai per i 45...

– E va bene, vi aiuterò, – fece – ditemi però in che modo, io non saprei neanche da che parte cominciare... anzi no, lo so! Tanto per iniziare bene, fatemi compagnia e andiamo a prendere un caffè!

E senza aspettare la risposta della ragazza don Salvatore si avviò, accorgendosi compiaciuto che la giovine lo seguiva prontamente, affiancandosi a lui.


Francesco Caso



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