Sul monte Pugliano, in territorio di Castelvenere, al confine tra Telese e San Salvatore Telesino, è ubicata la "Masseria delle Grotte". L'edificio ha come sostruzione una serie di ambienti ipogei e non, pertinenti ad una villa romana tardorepubblicana di notevole estensione. Tra i vari ambienti è presente un portico a quattro bracci, privo di finestre, probabile cisterna e sostruzione dell'edificio sovrastante. Nel muro di un braccio del portico è stato rinvenuto, inserito a poco più di un metro da terra, un piccolo pannello maiolicato policromo, sconosciuto ad oggi, prodotto a Cerreto Sannita (BN). Il pannello, di 35x26 cm., è realizzato con due piccole riggiole di poco più di 15 cm., che al centro hanno un foro in quanto prodotte per una fontana. Le due mattonelle presentano una cornice a rilievo, in parte murata, dipinta con fasce in blu, giallo e arancione. Nel campo decorativo è delineato in bruno il volto di un fauno, con grossi occhi dati in nero, grandi ciglia, ed enormi orecchie e baffi. Ai lati sono inseriti dei motivi naturalistici con foglie e fiori, dati in bruno, arancione, blu e verde. Nella parte bassa è presente una lunga iscrizione, disposta su tre righe, di dimensioni decrescenti e con ductus molto preciso:
ANNO DOMINI 1721
È RITROVATO (a)D 1717
SIG. GIO. BATTISTA GIZZIO
Si tratta quindi di un pannello maiolicato policromo fatto realizzare da Giovan Battista Gizzio nel 1721 a ricordo della sua scoperta, avvenuta nel 1717, degli ambienti ipogei della villa romana. Sappiamo che un Giovan Battista Gizzio affittò a Cerreto il fondaco del suo palazzo a Giuseppe Bonanotte per impiantare bottega. Questi, faenzaro abruzzese, originario di Capracotta, a sua volta, nel 1727 la affittò ad Antonio Giustiniano, dopo aver avuto una affermazione notevole della sua attività tale da poter prestare anche una rilevante cifra al Giustiniano. È ipotizzabile che il pannello, che per ora è il più antico conosciuto dell'area cerretese, fosse stato commissionato a questo faenzaro di cui purtroppo non conosciamo la produzione. Se questo pannello è un suo lavoro ci sembra che alcune opere assegnate in modo generico al Giustiniano e al Russo, noti faenzari provenienti da Napoli, possano essere dovute al Bonanotte.
Luigi Di Cosmo
Fonte: M. Milanese e L. Biccone, Archeologia postmedievale in Italia: schede, in «Archeologia Postmedievale», XVI:2012, All'Insegna del Giglio, Firenze 2014.
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