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Ardimento


I capracottesi e la montagna (foto: G. Paglione).

Sul ciglio, lassù, d'un erto dirupo,

ove con rauca tenebrosa voce,

dalla fame spinto, ulula il lupo,

s'erge una croce.


Ivi da presso una verde foresta,

all'aura, dolce, solleva il susurro,

e par, ch'innalzi una canzone mesta,

al ciel azzurro.


Ivi l'aquila, con occhio predace,

dall'alto, dal piano domina il suolo

e di là, dove, nidifica in pace,

s'innalza a volo.


Ivi nel vento crudo, senza posa,

spira il vento e s'avvolge la bufera,

che dalla tana oscura, ov'è ascosa,

caccia la fera.


Ed ivi un giovine, pien d'ardimento,

la vetta, desioso, raggiunger volle;

e del suo sangue sbattuto dal vento,

bagnò le zolle.


Ed all'ardir tomba furon il verno,

la roccia brulla ed i silvestri rovi

ed un garrir di fronde un canto eterno.

Par che a lui movi.


Ermanno Santilli

 

Fonte: E. Santilli, Adolescentia, Sammartino e Ricci, Agnone 1924.

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