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Ciclodiario: Capracotta, un'emorragia di abitanti


Panorama estivo di Capracotta (foto: F. Saracino).

Capracotta è estesa, ha un'architettura semplice e lineare, con ampio uso della pietra quale materiale di costruzione; il più grande vezzo estetico che si concede consiste negli archi in pietra dei portoncini d'ingresso delle abitazioni, completati a volte da una chiave di volta su cui è inciso l'anno di fabbricazione.

Le sue strade sono monasticamente pulite ed ordinate, e penso che forse la vita qui richieda doti spirituali affinate, capacità di adattamento e attitudine alla sobrietà. Ciò che mi piace, e non poco, è però il connubio fra la luce del Sud e l'aria fine fresca leggera di montagna.

È inebriante, ti rende più scattante ed infonde energia. Il panorama che si vede dalla chiesa barocca, con la facciata candida che si staglia contro il cielo di un blu profondo nel punto più elevato del paese, è vastissimo e comprende ampie vallate, monti coperti da un fitto vello verde scuro, pascoli, villaggi, rocce calcaree.

– Capracotta è agli sgoccioli, – dice sospirando un uomo con cui mi intrattengono presso un abbeveratoio poco distante dal centro abitato, mentre riempio le borracce di quell'acqua squisita, pura e fresca come l'aria che si respira. – Da inizio anno sono morte 30 persone e non si è registrata nessuna nuova nascita, – continua.

Lui è capracottese ma vive a Tivoli, dove ha lavorato fino alla pensione. I figli non vogliono saperne: – Fino ai diciotto anni sono venuti, poi hanno detto basta. Ma li capisco: qui non c'è più niente, per nessuno. Morti gli ultimi anziani, sarà finita.

Mi elenca le attività economiche che si svolgevano a Capracotta fino a qualche decennio fa. Si lavorava in molti modi eppure i festeggiamenti non mancavano di certo. Tutti insieme costituivano una grande famiglia ma la nascita delle grandi fabbriche e la scintillante vita cittadina hanno determinato una grande emorragia di abitanti che non si arresta ancora. Insieme alle automobili, che hanno reso troppo facile andarsene via.


Fabio Saracino

 

Fonte: F. Saracino, Ciclodiario. Viaggio su due ruote alla scoperta del Sud, Ultra, Roma 2019.

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