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Che cosa potrebbe divenire Capracotta?


Campi da sci dietro il Santuario della Madonna di Loreto (foto: M. Colli).

Che cosa potrebbe divenire Capracotta? Una stazione climatica ottima, dove numerosi, dalla fine di Giugno a tutto Settembre, potrebbero affluire coloro che, logorati dalla vita di città o dal lavoro, verrebbero ad attingere a queste pure aure e nella tranquillità, novello vigore. Ma che cosa bisognerebbe fare per attirare i forestieri? Ecco, secondo me, quanto occorrerebbe indispensabilmente da principio.

Prima di tutto la costruzione di un albergo fatto secondo le norme dell'igiene, della pulizia e della comodità, e la cui direzione fosse affidata a persona esperta. L'albergo dovrebbe avere un servizio speciale di automobili per la stazione di Carovilli, e mi pare superfluo spiegarne la ragione: se ai forestieri non si dà agio di andare e venire con facilità e comodità, è inutile parlare di stazione climatica. Dopo ciò ritengo sarebbe utile costruire un piccolo stabilimento di bagni idroterapici. L'amministrazione comunale poi dovrebbe coadiuvare, limitandosi da principio per l'esiguo bilancio a stabilire un servizio di spazzamento irreprensibile, a curare la manutenzione delle strade, la piantagione degli alberi, e a prendere altri piccoli provvedimenti indispensabili. Fatto ciò non resterebbe che battere la gran cassa. Il resto verrebbe da sé. Dopo tutto, se l'esperimento è riuscito a Roccaraso, perché non potrebbe riuscire a Capracotta, che si trova in condizioni più favorevoli, tranne per la ferrovia? Dove trovare una stazione climatica a 1.400 m. di altezza, sita a 9 o 10 ore di distanza da Napoli e Roma?

Fare dei progetti, però, è opera vana, se non si studia il modo di attuarli, e a me pare che il più facile, se ci fosse un po' di buona volontà, sarebbe questo: si uniscano dieci dei nostri proprietari che vanno per la maggiore, mettano 10 m. lire per ciascuno, e l'opera sarà fatta. Se l'esperimento riuscirà, il comune ne risentirà gran benefizio: se non riuscirà, i nominati proprietari non andranno certo in rovina, e l'edifizio costruito potrà adibirsi ad altro uso.

Ho detto che il mezzo sarebbe facile, ma non abbiamo noi il difetto di tutti i meridionali, i quali si spaventano per qualunque impresa aleatoria di metter fuori una lira? E non manca in noi lo spirito di associazione, la leva potente che tutto muove? Ah? Sì, ma scuotiamoci una buona volta e mostriamo di voler cambiare rotta.


Donatantonio Amicone

 

Fonte: D. Amicone, Echi molisani, in «Eco del Sannio», VII:17, Agnone, 10 settembre 1900.

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