La Fonte di Santa Lucia, costruita di fianco all'omonima chiesetta campestre, nacque per rendere disponibile un corso d'acqua che era stato scoperto nel 1949 durante i lavori di edificazione del tempio in onore della Martire, motivo per cui i nostri avi hanno sempre riconosciuto a quest'acqua, se non doti miracolose, perlomeno un'origine prodigiosa.
La vena d'acqua è sì superficiale - la cui sorgente si trova qualche metro più indietro, ai piedi di Monte Campo - ma presenta particolari caratteristiche di leggerezza, tanto che si dice abbia proprietà terapeutiche: è un'acqua indicata principalmente per coloro che soffrono di problemi di circolazione.
La tradizione orale vuole infatti che nel 1948 la bella e giovane santa siciliana apparve in sogno ad Antonio Nigghióne Paglione, chiedendogli di costruire una chiesetta in suo onore alle pendici di Monte Campo. E fu lì che un gruppo di 22 capracottesi decise di costruire una cappella a pianta rettangolare a capanna, con muratura portante in pietra, un portale architravato ed un campanile a vela, i cui lavori terminarono due anni dopo. La solenne apertura al culto avvenne però il 10 settembre 1951, dopodiché la chiesuola venne finalmente dotata di una statua della santa, dono del siracusano Vincenzo Florio, suocero del nostro Nicola Giuliano.
In realtà furono molti di più i cittadini che contribuirono a realizzare la chiesa, sia come manodopera sia attraverso le donazioni in denaro provenienti dalla vendita del grano, il quale è rimasto nella tradizione religiosa sotto forma di ranieàte (grano bollito).
Francesco Mendozzi
Bibliografia di riferimento:
F. Di Tella, L'oro blu di Capracotta. 100 miniere attive ed esaurite, Capracotta 2021;
F. Mendozzi, Guida alla letteratura capracottese, vol. I, Youcanprint, Tricase 2016.
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