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Un funerale abruzzese


Funerale Capracotta
Funerale di un giovane a Capracotta.

Ritornai verso il villaggio di Capracotta. Dei muli tornavano trascinando carichi di fogliame. Il mulattiere baciò la mano della vecchia madre che lo stava aspettando sulla soglia. Una capra si grattava la schiena con le corna. Una donna era intenta a spidocchiare la sua vicina.

Alla fine del Corso alcune persone erano raggruppate davanti ad una casa. Alcuni guardavano in aria, altri parlavano fra di loro. Tre preti in cotta, con le spalle rivolte all'abitazione, si scambiavano delle parole con aria indifferente. In mezzo al gruppo scorsi una specie di barella circondata d'un drappo nero. Rimbombavano delle grida lugubri e rapide. Alla sua finestra una vecchia si strappava i capelli a piene mani e, col braccio teso e le dita largamente aperte, li lasciava cadere sul morto. La faccia era tutta insanguinata. Alla sua destra una giovane donna gridava più debolmente, tirandosi i capelli senza strapparli. La vecchia lacerava uno straccio bianco i cui pezzetti cadevano nel vuoto. E mentre si graffiava le guance un'altra donna cercava di afferrarle le braccia.

Le grida erano via via interrotte da delle pause. Una vicina lanciò dalla finestra una manciata di confetti zuccherati sulla bara. Alla fine, in un crescendo di urla, il morto fu portato via.


Christian Beck

(trad. di Francesco Mendozzi)

 

Fonte: C. Beck, Rome et l'Italie Méridionale, vues par les grands ècrivains et les voyageurs célèbres: Rome, Naples, Sicile, Sardaigne, Malte, Mercure de France, Paris 1914.

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